Pare un confronto tra cerusici e alchimisti. I cerusici erano barbieri prestati, all’occorrenza, alla cura pratica e immediata, alla resezione anche bruta di bubboni o infezioni. Gli alchimisti, invece, arditi ricercatori a metà tra la chimica e la stregoneria, non di rado temibili apprendisti, talvolta forieri di disastri. Inutile dire che Adani predica il calcio magico e visionario che fa del rischio la prima virtù. Allegri, quello pratico che fa di necessità l’unica virtù in cui contano qualità della truppa e risultato.
Sarebbe facile dire che Adani non ha mai allenato e criticarlo per questo: spesso la buona critica è esercitata proprio da chi osserva, studia, verifica, ma non pratica. D’altra parte, Allegri risponde coi risultati e c’è da dire che gli allenatori devono, per forza, adeguarsi, almeno in parte, ai giocatori che hanno oppure dovrebbero aver bisogno di molto tempo per realizzare certi desideri. E poi: son forse sempre uguali a se stessi? L’attuale Guardiola non è cambiato rispetto a quello del Barcellona. E Sarri? E’ uguale a quello del Napoli? Ad Adani non piaceva il pluridecorato Allegri, ma gli piace questo Sarri in mezzo al guado, tra sogno e realtà? Dovrebbe dirlo adesso, come ogni teorico che si rispetti. Non dopo, come un pratico qualsiasi, costretto a giudicare dai risultati.