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Barbara Bonansea è stata appena nominata miglior calciatrice d'Italia. Un oscar che va a premiare una stagione da stella, quella della consacrazione con la maglia della Nazionale e del Brescia. In mezzo a tanti juventini, quindi, ce n'era una di più: anche Barbara è infatti bianconera autentica. E noi siamo andati a intervistarla per voi, tra il mondo del calcio femminile e quello da tifosa doc.

Un commento al premio Aic, che significato ha?

“Il premio Aic è stato un premio inaspettato, sono felicissima di averlo ricevuto e vale tantissimo per me soprattutto perché sono stata votata dalle mie compagne e avversarie e questo gli dà un valore ancora più grande. È un premio che ricevo io, ma che riguarda tutta la mia squadra perché senza di loro io nn avrei potuto essere dove sono ora”.

 

Nazionale, Brescia: quali sono gli obiettivi di oggi e domani?

“Gli obiettivi con la Nazionale sono quelli di fare bene al prossimo Europeo di luglio in Olanda e cercare di arrivare il più lontano possibile. In futuro vorrei arrivare a giocare un Mondiale con la maglia dell'Italia. Con il Brescia invece spero di poter diminuire la distanza dalla prima in classifica e di andare avanti in coppa Italia per provare a ripeterci”.

 

Il progetto imposto dalla Figc per il rilancio del movimento, al secondo anno, è sulla strada giusta? Cosa serve al calcio femminile?

“Penso che la strada intrapresa sia giusta ma ancora molto lunga. Penso che bisogna dare visibilità e invogliare le bambine ad avvicinarsi al calcio, per far capire che è uno sport come tutti gli altri e non sono solo per maschi. Bisogna modificare la mentalità italiana ancora troppo maschilista e investire in questo movimento come hanno fatto molti paesi stranieri”.

 

Cosa vi lascia il confronto con le altre realtà tra Champions e Nazionale?

“Quando mi confronto con altre realtà noto che molti paesi sono più organizzati di noi, hanno disponibilità economiche per organizzare al meglio le loro strutture e mettere a disposizione alle giocatrici stadi e staff completi. Sicuramente questo mi lascia del dispiacere perché vedo che noi potremmo arrivare ad essere come loro, ma le cose non vengono fatte nel migliore dei modi. Quando però ci affrontiamo sul campo il divario non è mai così ampio, riusciamo sempre a giocarcela alla pari”.

 

Un'esperienza all'estero, ci pensa?

“Non nego che un'esperienza all estero sia stata e rimanga nei miei pensieri, perché sarebbe un'avventura stimolante oltre che calcistica anche di vita. Questo però va valutato accuratamente e poi bisogna sempre vedere se arrivano delle proposte. Io comunque al Brescia mi trovo benissimo e ci penserei sempre molto bene prima di lasciare questa società”.

 

Tornando al premio, juventina tra gli juventini: che effetto ha fatto?

“Trovarmi in mezzo a tanti campioni, la maggior parte juventini, è stata una forte emozione ed anche un onore. Ovviamente non capita tutti i giorni e per questo sarà una serata che mi ricorderò per tutta la vita”

 

Come nasce la fede bianconera?

“Sono nata in provincia di Torino, però nessuno nella mia famiglia è juventino. Quando iniziai ad andare a scuola i miei compagni mi fecero vedere le figurine dei calciatori della Juve, iniziai a vedere le partite e mi innamorai del bianconero in maniera naturale!”

 

Come vede la stagione della Juve? Dove può arrivare? Basta il 4-2-3-1 per puntare alla Champions?

“La stagione della Juve è sicuramente incanalata nel verso giusto, peccato solamente per la Supercoppa però bisogna dare merito anche al Milan perché si è dimostrata un'ottima squadra. Per il campionato penso che se la Juve gioca le partite concentrata vincerà tranquillamente. In Champions è sicuramente più difficile ma il modulo 4-2-3-1 è ottimo soprattutto perché ti permette di avere due uomini sulle fasce e di essere allo stesso tempo coperto ma offensivo. Se poi i nostri attaccanti sono in forma, la strada diventa in discesa”.

 

Quali sono i suoi idoli?

“Non ho un idolo nel calcio femminile, ma ho sempre ammirato e stimato Melania Gabbiadini per la sua umiltà e le sue doti tecniche. Per quanto riguarda gli uomini il mio 'idolo' è Cristiano Ronaldo, ho iniziato a seguirlo da quando con il Portogallo perse una finale europea molti anni fa, e da lì non smisi di ammirare la sua costanza e determinazione. Ha doti tecniche uniche, però mi ha sempre colpito la sua dedizione e il suo spirito di sacrificio”.

 

Qualche episodio da tifosa in particolare?

“Non riesco ad andare spesso allo Stadium perché nei giorni delle partite della Juve a volte giochiamo anche noi, o magari essendo in trasferta non riesco ad arrivare in tempo. Una cosa che non scorderò mai è il pianto che feci quando la Juve perse quella maledetta finale di Champions contro il Milan a Manchester: andavo alle medie, non potrò mai dimenticarlo”.

 

Qual è il colpo di mercato che farebbe fare il salto di qualità alla Juve?

“Penso che la Juve abbia da qualche anno fatto un salto di qualità che le ha permesso di arrivare in finale di Champions, posso dire che sia nel reparto difensivo che in attacco non ci siano problemi. Forse manca qualche esterno e fossi in Marotta comprerei un certo Cristiano Ronaldo, in fondo non penso sia una spesa troppo alta – ride, ndr -. Così mi renderebbe felice, andrei sicuramente a vedere tutte le partite della Juve. A parte gli scherzi la Juve è fortissima così come è, sicuramente qualche centrocampista in più per dare respiro a titolari non sarebbe mal gradito però...”.