Capiamo pure la rabbia di alcuni tifosi. Ma che si continui ad alimentare un'epica antijuventina, quando le immagini non sono nette e nel post partita pare proprio che la palla non tocchi il braccio del francese, risulta davvero stucchevole. Per di più se l'arbitro non vede e il VAR non riesce a verificare conta, da procedura, la decisione arbitrale. Quasi tutti i commentatori, Casarin in testa, hanno dato ragione a Chiffi e collaboratori. Eppure, non pago nella perenne alimentazione del mito antijuve, anche stavolta si distingue Napoli con i suoi commentatori che sono gli unici ad aver visto chiaramente la mano di Rabiot e quelle di Vlahovic.
Ora, dopo che abbiamo appreso come il “Club odio” alberghi alle falde del Vesuvio, non ci stupiamo più di tanto, ma l'ossessione contro la Juventus da quelle parti sembra più forte del piacere di vedere la propria squadra vincere e convincere: hanno quasi lo scudetto in mano, dominano in Europa e che fanno? Hanno paura che la Juventus, settima a 30 punti, riprenda il Napoli e recitano una specie di quotidiano rito per tenere lontana questa maledizione.
Siamo nel superstizioso, nell'esorcismo o forse in quella bizzarra coazione che recita: “L'importante non è essere felici, bensì che gli altri non lo siano”. Non è rilevante che il Napoli sia primo, esprima un gioco sfavillante, segni gol a raffica e abbia costruito una macchina quasi perfetta. No! È importante parlare sempre della Juventus a senso unico: ruba, va condannata, va radiata, perchè la passione più grande non è l'amore per una squadra, ma l'odio per un'altra.