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Qualcuno ci vede ancora la Juve di Allegri, altri intravedono già un cambio di direzione netto. Di certo l'esperienza di Maurizio Sarri alla Juve è solo all'inizio e in così pochi mesi è difficile aspettarsi cambiamenti radicali nel modo di giocare le partite. Vero, ancora si vedono poche goleade e parecchie vittorie di "corto muso". Basta così, verrebbe da dire. In linea di massima sì ma la grande sfida di Maurizio Sarri in bianconero è anche quella di dare alla squadra una nuova filosofia. Per questo la sfida è tanto difficile. Vincere lo faceva pure Allegri, Sarri deve aggiungere altro. A che punto è la sua rivoluzione?

COSA SI VEDE - Al momento il "Sarrismo" si riflette nel possesso palla della Juve, nelle percentuali - sempre alte - di predominio territoriale w in qualche scambio stretto che, come a San Siro, ha portato in dote gol spettacolari, oltre che decisivi. A livello di singoli, Leonardo Bonucci e Miralem Pjanic sembrano quelli che hanno tratto maggior giovamento dal lavoro del tecnico bianconero. Bonucci ha preso maggior responsabilità ed è decisamente più aggressivo nella marcatura a uomo. Lascia pochissimo spazio agli avversari, sembra tornato quello dei primi anni con Conte. Determinato, aggressivo, concentrato, e l'infortunio di Chiellini gli ha pure dato maggior responsabilità nel far crescere accanto a lui Matthijs de Ligt. Poi c'è Pjanic che in questo momento è forse il miglior mediano al mondo. Taglia e cuce, va in doppia cifra per palloni recuperati e in tripla per quelli toccati. Riesce sempre ad adattare il suo gioco a quello dell'avversario. Quando c'è tanto pressing riesce sempre a giocarla di prima senza perdere qualità, come accaduto nel derby.

COSA MIGLIORARE - Ma ci sono ancora tante cose da migliorare, sia nella fluidità di gioco che in fase difensiva dove la Juve subisce ancora troppi gol per i gusti del tecnico. Davanti alle telecamere non fa trasparire ansia ma nelle segrete stanze della Continassa (e in campo) lavora senza sosta per diminuire il gol subiti dai suoi. Contro il Torino si sono visti passi avanti. "Godo quando mi dicono che la difesa è alta - ha dichiarato dopo il derby - e non mi sembra che abbiamo subito la ricerca della profondità da parte del Torino". Come ha corretto il problema sui calci da fermo a inizio stagione, correggerà anche questo. Il "bel calcio", poi, non è ancora quello dei tempi di Napoli e chissà se mai lo sarà visto che la mano dell'allenatore è la stessa ma i calciatori che ha a disposizione sono diversi da quelli di Napoli. Alla Juve ci sono caratteristiche diverse, specialmente a centrocampo, ma anche da questo punto di vista si vedranno passi avanti. "Dopo Natale tutti si accorgeranno della sua mano - giura chi conosce bene l'allenatore bianconero - per ora è solo al 60%".  Intanto continua la discussione da bar, quelli reali e quelli virtuali: Il sarrismo si vede o non si vede?

@lorebetto