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Anche il mondo del cinema è fermo, così come ogni aspetto della nostra vita 'non strettamente essenziale'. Cessano le attività, ma mica le passioni: e quella di Luca Argentero, attore, per la Juventus è vera e forte, soprattutto sentita. Luca, ospite del nuovo format di JTV, 'A Casa con la Juve', racconta la sua attesa e la sua quarantena. Insieme a Leo Bonucci (qui le parole del difensore).  

COSA FACCIO - "Ho la fortuna di avere un appezzamento di terreno, sai quando dicono che gli attori sono pippe e serve un piano B? Io coltivo i pomodori..."

PROVA PANNOLINO - "Tempo perfetto... Devo ammettere che, a parte la compagna che sta vivendo questa faccenda, è stupenda, gli uomini fanno poco, si applicano 9 mesi prima, una mezz'oretta... il resto lo fanno le signore... non c'è niente di meglio che una nuova vita volta ad immaginare il nostro futuro. Ci riempie di propositi buoni. Leggevo una frase molto bella, molti ragazzi sicuramente ci stanno seguendo: in futuro niente sarà più contagioso del buon esempio. E' un'occasione pazzesca per dare il meglio di sé, mi sento già oggi impegnato con la bambina in arrivo".

SGOLATO PER LA JUVE - "Ce ne sono tanti. Ma ci sono momenti in cui ricordi tutto: avevo 18 anni, era il 1996. Roma. E c'era Gianluca Vialli con delle grandi orecchie sopra la testa. Noi facevamo la serata frittata di cipolla e birra. Ognuno portava frittata e birra. Quella serata abbiamo urlato parecchio".

PERSO UN TRENO - "Treni e aerei, non li perdo perché sono come Furio di Verdone. Arrivo alla stazione ed aeroporto un'ora prima. Sono saltati su treni in corsa mica male. La mia vita è fatta di questo. Ho detto dei 'no' a dei progetti che secondo me non funzionavano, non si dice perché hanno delle toppe pazzesche. Poi 10 milioni al botteghino. Capita, capita sempre...".

ROTTO QUALCOSA? - "Continuo a non dirlo... se lo dico adesso, è un casino. Posso solo dire che ho sfasciato quasi tutte le macchine che ho avuto in vita mia. Ora ho preso una Jeep enorme". Risponde Bonucci: 'Così sfasci le altre!'

DOTTORE - "Domani sera, una fiction. Sì, sono protagonista. Assurdo che venga fuori in questo momento, ma è diventata un'occasione eccezionale per raccontare un'eccellenza del nostro paese. E' qualcosa di più, va oltre il semplice lavoro. L'abbiamo capito anche noi, siamo stati a contatto coi medici a fare training. Raccontiamo una bella storia, una storia a sé, ed è vera: un medico che ha perso 12 anni di memoria e non può essere un primario. Torna a un gradino più basso e deve ricostruire la sua carriera".

PERSONAGGIO PIU' DIFFICILE - "Su Sky c'è 'Io e Leonardo', ed è stato complicatissimo. Per costume, gergo... girato tutto in studio con effetti digitali, magari recitavo con un pannello verde. Ed è un personaggio che raccontarlo non basterebbe una vita. Ma è un bel modo per scoprire qualcosa in più".

POST QUARANTENA - "Spero di avere un fagottino grosso così in mano... quanto manca? Pochissime settimane, siamo agli sgoccioli. Spero finisca presto da poterla farla vedere ai nonni. Ci sono dinamiche stranissime, che stare a casa non è complesso, avendo la fortuna di viverci bene. E' stare lontano dagli effetti che è complesso. I miei genitori l'aspettano da 40 anni, se la devo far vedere via Skype è un casino".

JUVE - "Classica prima maglietta regalata dal babbo, che non è tifoso accanito. Tra i tanti regali ricevuti, c'era una maglia di flanella, quelle che pizzicavano, con il 10 di Platini. Che è quella che sfoggi in piazzetta, con gli amici. E ci arrivavi così, non c'è una vera motivazione, mio padre non mi portava allo stadio".