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Il 5 maggio è una data storica, difficile da dimenticare. La morte di Napoleone, la partenza della spedizione dei Mille, la nascita di Karl Marx e la morte di Gino Bartali. Ah sì, e lo scudetto della Juve. 5 maggio 2002, e chi se lo scorda... Gli interisti tra le lacrime all'Olimpico dove pensavano di vincere facilmente contro la Lazio che gliel'ha fatti 4, la Juve di Marcello Lippi che vince 2-0 a Udine con i gol di due uomini simbolo: David Trezeguet e Alex Del Piero. Al fischio finale grande festa nello spogliatoio con Antonio Conte protagonista: "C'è poco da parlare, stiamo godendo. Questa è l'amarezza di due anni fa a Perugia, dove c'era qualcuno che ci sta guardando". Questa? Quella. Perché oggi l'ex centrocampista è dall'altra parte della barricata, sulla sponda nerazzurra, e da quelle parti il 5 maggio non è proprio una giornata felicissima.

L'ALTRA SPONDA - Antonio Conte era uno dei simboli di quella Juve e mentre i compagni provavano a tappargli la bocca con difficoltà lui si era levato ben più di un sassolino. In quelle parole c'era tutta la sete di rivincita dei bianconeri per lo scudetto perso nel 2000 sotto il diluvio di Perugia all'ultima giornata. 5 maggio 2002-5 maggio 2020. In quasi vent'anni le cose sono un po' cambiate. Da due anni Conte è l'allenatore dell'Inter e molti tifosi bianconeri non hanno preso benissimo la scelta di una delle bandiere della Juve. Gode(va) Antonio, e quel 5 maggio non se lo scorderà mai più.