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19 maggio come Capodanno: la fine, l'inizio. La fine di un incubo, l'inizio di un sogno che poi è già solida realtà. In anni diversi, questa data rimarrà indelebile nella storia della Juve. Che il 19 maggio 2007 riusciva a chiudere con tre giornate d'anticipo la pratica promozione dalla serie B, grazie a quei tre punti che mancavano e che sono poi stati conquistati guarda caso sul campo dell'Arezzo di un certo Antonio Conte, che pure non prese molto bene i passi falsi delle settimane successive che poi lo spinsero in serie C. La fine dell'incubo dunque. Ma anche l'inizio del sogno. Non tanto legato al ritorno in serie A, in principio positivo nonostante il ritorno in un campionato nel bel mezzo del dominio interista, con la scia della generazione di fenomeni che ha permesso alla Juve di restare per un biennio aggrappata al treno delle prime riconquistando subito un piazzamento in Champions. Quanto legato ad un altro 19 maggio, quello del 2010, che vide Andrea Agnelli insediarsi ufficialmente alla presidenza della Juve: l'inizio del sogno è questo, un sogno che ora parla di una Juve che può legittimamente puntare a tutto ma solo in virtù di un progetto vero, autentico, senza precedenti.

 

STORIA CAPOVOLTA IN 10 ANNI – Il mondo Juve, soprattutto quello degli juventini, era stato quindi sconvolto in pochi giorni. Quell'1-5 di Arezzo, griffato dalle doppiette di Del Piero e Chiellini oltre che dal timbro di Trezeguet, fu un'autentica liberazione per la Juve pronta a tornare a casa sua. Ma non ancora al suo posto. Anni ad inseguire prima del vero crollo, quello certificati negli anni di Ferrara, Zaccheroni, Delneri. Sì, perché il punto più basso è stato forse proprio quello del primo anno di Andrea Agnelli, che nello stesso giorno in cui diventava presidente ufficializzava anche l'arrivo di Gigi Delneri dalla Sampdoria: 19 maggio 2010, poco meno di due settimane prima dell'arrivo dal club blucerchiato anche di Beppe Marotta e Fabio Paratici. Un giorno storico, che ha avuto bisogno di un anno di apprendistato per conoscersi e per conoscere. Poi solo trionfi, successi, progetti. Sempre un passo alla volta, senza fermarsi mai. Sette anni per programmare il ritorno sul tetto d'Europa, da giocarsi con il Real Madrid con una bacheca che nel frattempo avrà vissuto la leggenda all'interno dei confini italiani fatta di tre Coppe Italia consecutive e (Crotone-Bologna permettendo) di sei Scudetti in fila. E dieci anni per passare dall'inferno al paradiso. Quel che rimane è una data speciale, da ricordare. Per due motivi diversi, tra qualcosa che finisce e qualcosa che inizia. Come se fosse questo il vero Capodanno bianconero: allora, tanti auguri Juve!