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C'è poco da fare. Anzi: ce ne sarebbe fin troppo. Perché tra Paulo Dybala e la Juventus si è creato un solco enorme, non più in grado di essere colmato da soldi, diplomazia, armi proprie o improprie. Con la Salernitana, ecco, almeno sono arrivate le giocate. E il gol. E il quasi assist per Vlahovic. Quasi come a ribadire questo: nonostante tutte le volte in cui la Juve ha saputo reggere all'assenza del Dieci, del Dieci avrà comunque e sempre bisogno. Ma il Dieci sarà Dybala? E se non sarà lui, chi c'è sul mercato pronto a prendersi quel carico di responsabilità, quel guizzo nella creazione, quella bravura nel tirare la Juve fuori dal guscio, soprattutto in partite brutte e sporche?

UN AMORE COSI' GRANDE? - E' stata la settimana di Dybala in mezzo ai mesi di Dybala, nell'anno in cui è andato via Ronaldo e quindi si parla sempre di Dybala. Appena è arrivato Vlahovic, tutti si sono invece chiesti perché di Dybala si parlasse così poco. Ed eccoci qui: agli incontri rimandati con Antun, alla posizione Fifa o Uefa - o anche FIGC - che ricopre l'agente argentino, alla lavata di capo che Allegri gli ha fatto due giorni fa perché - in rappresentanza della squadra - aveva chiesto di tornare a casa e poi di iniziare il ritiro. Apriti cielo. Apriti dibattiti. Apriti, per sua fortuna, anche il weekend delle partite, e lui finalmente titolare. Pochi minuti, un grande controllo e il gol a baciare il primo balo. Che bellezza. Soprattutto gli applausi, in particolare quelli alla sua uscita. 

C'E' GIA' RIMPIANTO - Col sorriso, vien da dirselo: se non fosse accompagnato da un forte alone di mistero sul possibile prolungamento, quantomeno Allegri avrebbe avuto una prova anticipata di ciò che tecnicamente potrebbe diventare la Juventus nella prossima stagione. Quella del 10 di sempre e del nuovo 7, che poi è il più 9 di tutti. Dybala e Vlahovic hanno sviluppato una connessione importante: col gioco, con le partite, con una condizione migliore da parte dell'argentino, tutto verrà - cioè, verrebbe - più semplice. Poi però ci sono le spade di Damocle e non puoi non considerarle: da una parte gli infortuni, dall'altra la questione rinnovo. Che hanno stizzito buona parte del tifo, pronta a dimenticare al nuovo gol, pronta a tornare ad amarlo all'ultima giocata. L'affetto per Paulo è ancora forte, cocente, è sulle maglie dei bambini e nelle speranze dei papà: questo non lo perderà mai, a meno che il mercato non lo porti su strade particolarmente vicine. 

INTANTO, L'INCONTRO - La sensazione è che nelle prossime settimane, o comunque già prima di Pasqua, Paulo farà una scelta precisa sul suo futuro. Sia chiaro: ha già capito, sentito, a fatica digerito il cambio di passo della dirigenza, stizzito in particolare per un accordo saltato quand'era stato già trovato. Domani, nell'incontro che la Juventus avrà con l'agente Antun, sarà ribadita la nuova proposta da 7 milioni e 3 anni di contratto: soldi in meno, durata accorciata, stretta di mano sciolta e unilateralmente. Le premesse non sono buone, poi però ci sono le certezze: una è che lo Stadium gli vuole proprio bene. E che lui vuole proprio bene al suo popolo.