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Torna la rubrica dedicata agli Juventus Club DOC sparsi in tutta Italia. Nel nostro viaggio lungo le tappe dell’amore bianconero, siamo arrivati oggi nel territorio della Tuscia, in uno dei centri storici più suggestivi di tutto il Lazio: Viterbo. Qui abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il presidente del Club locale, Paolo Cannone. Il quale ci ha ribadito, prima di tutto, come nella Città dei Papi ci sia un’icona acclamata (quasi) quanto un pontefice. 

Com’è nata l’idea di istituire uno Juventus Club a Viterbo?

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E’ accaduto nella nevicata del febbraio 2012, mentre eravamo in pizzeria con alcuni amici. Ne abbiamo parlato e poi io sono andato a districarmi negli adempimenti burocratici necessari per fondare un club DOC, che mancava in una città come la nostra, di provincia ma con una grande presenza bianconera. E per dare un tocco di viterbesità, l'abbiamo dedicato a Leonardo Bonucci. Perché i totem di un viterbese sono tre: Palazzo dei Papi, Santa Rosa e Leonardo Bonucci".

Immaginiamo che i vostri primi 5 anni di vita siano stati ricchi di soddisfazioni.

"Sì, sono stati 5 anni di successi, di coinvolgimento di folle di juventini, di rapporti di amicizia che vanno dal nord di Roma fino ad Orvieto. Siamo cresciuti dagli iniziali 120 soci fino ai 500 di questa stagione. Abbiamo l’orgoglio di poter contare tra i soci onorari Paolo Galimberti, Beppe Furino, Tino Castano e José Altafini, e tra i presidenti onorari Giampiero Boniperti. Il dott. Galimberti poi ci ha reso incredibilmente orgogliosi, inserendo il nostro gagliardetto all’interno dello Juventus Museum".

Cosa ci può dire delle vostre iniziative? Come Gimme Five, un modo originale per festeggiare il quinto anno di attività.

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Non solo: è soprattutto un modo per premiare, anche con gadget personalizzati, chi ci ha seguito fin dall’inizio, i soci che sono stati con noi in questi cinque anni. Il nostro club poi è una vera e propria associazione sportiva: abbiamo anche una nostra squadra di calcetto, che mostra sulla maglia il giallo e il blu della città di Viterbo (gli stessi colori di Torino) e si sta impegnando per disputare un proprio campionato. Senza considerare le iniziative a tema giornalistico: insieme al nostro presidente onorario Darwin Pastorin ad esempio abbiamo progettato una campagna di divulgazione, invitando personalità del calibro di Tardelli, Gentile, Causio e altri ex campioni che si sono contraddistinti dopo la fine della carriera con iniziative giornalistiche e di solidarietà. E a tal proposito abbiamo partecipato anche alla visita di Babbo Natale al reparto di Pediatria dell’ospedale Belcolle".

Organizzate quindi un gran numero di eventi che vanno oltre l’ambito prettamente calcistico. Un altro esempio è lo Juventus Magic Tour: le va di parlarne?

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Si tratta di un’esperienza di due giorni e mezzo a Torino, un’idea che ha avuto un grande successo e che abbiamo ripetuto per due anni consecutivi. E’ un percorso sportivo e goliardico insieme a leggende come Altafini e Furino, alla scoperta dei luoghi storici del tifo bianconero a Torino e come occasione per stringere gemellaggi. Basti pensare che è stato apprezzato anche dalla società: il responsabile del Museum Marco Albano ha ideato su questo modello lo Juventus City Tour".

E per quanto riguarda la Juve "sul campo"?

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Andiamo ininterrottamente allo Stadium fin dai nostri esordi. Ma partecipiamo anche alle trasferte sia in campionato sia in coppa, a volte in proprio, a volte coordinandoci con altri club DOC del Lazio. E per chi non ha occasione di venire allo stadio, abbiamo un locale molto grande con bar, sala per attività ludiche e una grande sala proiezioni con maxischermo. Per ogni partita muoviamo almeno 50 persone verso lo stadio e c’è sempre un centinaio di soci al club. Volevamo renderlo una vera tana per juventini, quasi un pezzo di curva. Ci fa piacere inoltre che partecipino molti ragazzini e tante famiglie.

Come riuscite a gestire una struttura così dinamica e propositiva?

"Grazie al lavoro di un grande comitato organizzativo e il contributo fondamentale del vicepresidente, Marco Feliziani. Siamo onorati di essere osservati come punto di riferimento da altri club italiani, ad esempio in Sicilia e in alcune regioni del Centro, proprio per il nostro modello organizzativo. Non tutto è stato semplice, abbiamo ricevuto anche interferenze e pressioni negative da parte di gruppi organizzati, fino a subire persino angherie. Abbiamo però eliminato subito questi disturbi, allontanando coloro che li rappresentavano".

Dopo tutti questi progetti, c’è un sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare in futuro?

"Da un censimento che abbiamo lanciato sfruttando le pagine del Corriere di Viterbo, sul miglior top player dell’ultimo decennio, i risultati hanno premiato Pavel Nedved e Alessandro Del Piero. Il nostro auspicio, dopo aver ospitato Leonardo Bonucci, è quello di invitare anche questi due simboli della storia bianconera".