Un club nato ormai da qualche anno: cosa ci può raccontare delle vostre origini?
“Eravamo un gruppo di amici che si sono ritrovati dopo tanto tempo: io ho lavorato al nord per qualche anno. C’è stata da subito questa volontà di unirsi per condividere le emozioni bianconere tutti insieme. Abbiamo deciso di non chiamare il nostro club Agrigento, perché così facendo ci saremmo limitati anche formalmente ad un’area geografica. Invece la denominazione di Valle dei Templi ti permette di superare questi limiti. E infatti noi riuniamo gente di Licata, fino a Montallegro e Cammarata, è un triangolo con un grande bacino di utenza. Siamo nati nel 2011, quindi in pratica abbiamo sempre visto la Juventus vincere (ride, ndr). Negli anni siamo cresciuti moltissimo, ad oggi contiamo circa 400 soci”.
Partecipate a molte partite, nonostante l’evidente distanza geografica?
“Come club non abbiamo saltato neanche un incontro quest'anno. Siamo presenti a tutte le partite allo Juventus Stadium. Insomma, la squadra non è seguita soltanto presso il nostro club ma anche e soprattutto allo stadio. Questo a dispetto delle trasferte lunghissime. Io personalmente, per impegni di famiglia e lavorativi, negli ultimi anni non riesco ad andare costantemente allo Stadium. Poi ovviamente ci sono partite, come quella contro il Barcellona, che non si possono perdere”.
Ha sensazioni positive in vista della Champions League?
“Sì, sento che stiamo tornando dove eravamo, con una progettualità ben definita più volte dal nostro presidente. Intanto abbiamo toccato un punto importantissimo con la finale di Berlino di due stagioni fa. Riguardo al Barcellona sono fiducioso, a livello di organico non siamo così lontani”.
Quali partite in questi sei anni di gestione le sono rimaste nel cuore?
"Voglio ricordarne a Torino e l'altra vista in sede. La prima è la partita di andata delle semifinali di Champions League contro il Real Madrid, un’emozione unica. Inoltre ho avuto la fortuna di vivere quel match nella magia dello Sky Box. E poi ovviamente il match di ritorno al Santiago Bernabeu, in quell’occasione al club mi sono lasciato davvero andare. Perché a parte il vincere è l’unica cosa che conta, quella per me è stata la vera rivalsa contro i soprusi subiti dalla Juve".
Parlava della vostra sede. Cosa ci può dire di più?
“E’ davvero bellissima, con tre sale video. Tommy Agosta - nostro presidente onorario - ci ha poi donato una bandiera autografata da Claudio Marchisio, esposta per diverso tempo in Corso Galileo Ferraris. Poi abbiamo l’onore di poter custodire in sede gli scarpini di Pirlo, oltre a targhe autografate da campioni come Furino, Boniperti, Tacconi e Trezeguet”.
Qual è il suo sogno nel cassetto, da presidente del club Valle dei Templi?
“Ne ho tre. Uno è quello di avere Pavel Nedved come nostro ospite. Poi quello di continuare a donare un senso di appartenenza ai nostro soci, come abbiamo fatto in questi anni. Infine, un desiderio da referente regionale è quello di organizzare una festa con tutti i club regionali questa estate. Sarebbe un evento fantastico, la Sicilia può contare quasi 8400 soci”.