commenta
Si cammina su un filo sottile, a San Siro come a Madrid. Con un solo risultato possibile. In ballo non c'è soltanto uno scudetto che sembrava cucito a metà e rischia di svanire. C'è un ciclo vincente, che non merita di finire subendo un sorpasso dolorosissimo. Con un burrone sotto i piedi, è ragionevole pensare che Allegri voglia giocarsela con i suoi uomini. Vivere o morire, sportivamente parlando, con chi è sulla stessa lunghezza d'onda. A Madrid l'impresa (perché tale è stata, in ogni caso) l'ha firmata il faccione di Mario Mandzukic. E Paulo Dybala non c'era, squalificato. Prendere nota. 

SENZA JOYA - Una Juve che si presenti a sfidare l'Inter senza Dybala è quantomeno possibile, se non probabile. La sostituzione dell'argentino dopo gli anonimi 45 minuti contro il Napoli è stata liquidata da Allegri come "scelta tattica". Nessun malessere, nessun infortunio misterioso. Semplicemente non gli è piaciuto. Non aveva quegli occhi cattivi che il croato invece - al netto di piedi meno educati - garantisce sempre. 

I NUMERI - Una Juve senza Dybala tra i titolari è possibile, anche perché funziona. Tra infortuni, squalifiche e scelte di formazione, per 15 volte in stagione la Joya non ha iniziato da titolare. Ma senza di lui la Juventus ha comunque conquistato 11 vittorie e due pareggi, scivolando solo contro Lazio e Sampdoria nel girone d'andata (quando è partito dalla panchina). Ecco, a proposito: in otto circostanze Paulo è entrato nel corso del match. Come ama ricordare Allegri, si gioca in 14. Ma restano agli atti soltanto un paio di gol non influenti sul risultato (contro Chievo e Samp) e il rigore sbagliato allo Stadium proprio nel ko di ottobre con la squadra di Inzaghi. Non è mai entrato a spaccare una partita, come invece hanno saputo fare altri suoi compagni. 

GRANDE CON I PICCOLI... - Certo, non si vuole mettere qui in discussione un'annata da complessivi 25 gol in 41 presenze. Più di uno ogni due partite, grazie anche a un tris di triplette. Ogni rete però ha il suo peso. Fino a questo momento, soltanto due segnature sono arrivate - entrambe a marzo - contro avversarie europee (il Tottenham, al ritorno) o che occupano i primi sei posti nel nostro campionato (il guizzo da tre punti all'Olimpico, c'è sempre di mezzo la Lazio). Guai a sminuire tutto il resto: senza la sua tripletta a Benevento sarebbe finita malissimo. Ma è anche evidente come sui palcoscenici più importanti (Barcellona nei gironi di Champions, Real e Napoli allo Stadium) il dieci bianconero abbia recitato da comparsa

Ecco perché Allegri, in una notte che non ha ritorno, sta pensando di giocarsela senza di lui. Una scossa, per restituirgli adrenalina e farlo alzare dalla panchina desideroso di uscire dall'anonimato. Quello che gli sta costando anche il Mondiale

@pietroscogna