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Moreno Torricelli era in campo nel doppio confronto tra Juventus e Monaco nella semifinale di Champions del 1998, due anni dopo aver alzato la Coppa dei Campioni con i bianconeri che nel 1996 batterono l’Ajax ai calci di rigore. Ilbianconero.com lo ha contattato in esclusiva per parlare del match di questa sera ma anche del finale di campionato.

Come vede la partita di stasera? Il Monaco può mettere in difficoltà la Juve?
“E’ una partita tutta da giocare perché è una semifinale di Champions e il Monaco ha grandi qualità. Credo che la Juve ce la farà ma deve giocarsela e non può permettersi di pensare di avere già la qualificazione in tasca altrimenti rischierebbe tanto.”

Il Monaco davanti ha individualità importanti, non crede che nel match di andata abbia messo in difficoltà la Juve anche più della MSN?
“Più problemi non credo però abbiamo visto che là davanti hanno giocatori di ottimo valore per cui bisogna che la Juve entri in campo come se fosse sullo zero a zero.”

Cosa c’è di simile tra questa Juve e quella del ’96?
“Non amo fare paragoni tra squadre di epoche diverse perché ognuno ha le proprie caratteristiche ma quello che accomuna le due squadre è la consapevolezza di essere forte e potersi giocare le partite contro qualsiasi squadra.”

Questione campionato: la Juve chiuderà il discorso già a Roma?
“Credo che ce la possa fare già domenica e credo che sia importante chiuderlo per prepararsi alla finale di Coppa Italia e l’eventuale finale di Champions. La Juventus deve chiudere il discorso scudetto il prima possibile per lasciarsi alle spalle un obiettivo e concentrarsi sulle altre due sfide che la attendono.”

​Sarri parla del fatturato come una delle maggiori differenze tra Juve e Napoli, crede che sia vero oppure ci sono altre discriminanti che spiegano il gap tra le due squadre?
“Non credo che il gap sia dovuto solo dal fatturato, penso invece che una delle differenze sia la mentalità e non lo dico io ma lo dice la storia. La mentalità vincente che si ha a Torino difficilmente si trova tra le altre squadre in Italia e questo è merito in gran parte della famiglia Agnelli perché quando si è a contatto con personaggi che hanno fatto non solo la storia della Juve ma anche dell’Italia intera sicuramente c’è una mentalità diversa.”