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Tra gli uomini, i guerrieri”: così recitava la grande coreografia della curva Sud dell’Allianz Stadium prima di Juventus-Barcellona. O meglio, il guerriero: Mario Mandzukic. Era infatti il volto del croato a stagliarsi davanti al campo, quasi a mettere in ombra il resto della rosa rappresentata nel secondo anello. Marione fissa tutti con sguardo da duro, portandosi le mani alle orecchie nella sua classica esultanza. Eppure, l’idolatria per l’attaccante ex Bayern Monaco e Atletico Madrid - in questo preciso momento della stagione - è a dir poco paradossale.

L'UOMO DI ALLEGRI - Molti dei successi ottenuti dalla Juve nella scorsa stagione dipendono da Mandzukic, forse la “creatura tattica” più interessante della gestione Allegri. Il suo spostamento da centravanti a esterno sinistro ha permesso la svolta del 4-2-3-1, con tutti i giocatori di maggiore qualità contemporaneamente in campo. Il modulo “a cinque stelle” è stato anche e soprattutto il modulo di Mario, dell’equilibrio garantito da un giocatore in grado di arretrare la posizione fin dentro la propria metà campo. “Potrebbe fare anche il difensore o la mezz’ala”, dichiarava neanche troppo sarcasticamente Allegri qualche settimana fa. Peccato che, a distanza di quasi un anno da quella prima scommessa vincente (contro la Lazio il 22 gennaio), Mandzukic sia apparso più volte il fantasma di se stesso. Lento e poco preciso in fase di possesso, il croato ha infine dimostrato tutte le difficoltà di un ruolo che non è il suo. A maggior ragione dopo un mercato estivo che ha regalato alla Juve due esterni d’attacco potenzialmente titolari come Douglas Costa e Bernardeschi.

CHE SENSO HA? - L’apporto che Mandzukic ha dato alla Juve in questi anni - dalla rincorsa scudetto del 2016 fino al gol capolavoro in finale di Champions contro il Real Madrid - è insomma innegabile. Ma ha senso inneggiare alla sua figura (relegando addirittura Buffon a uno striscione di dimensioni ridotte) proprio adesso? Nel momento di maggiore difficoltà tecnica e mentale dei bianconeri, affidarsi alle sicurezze dello scorso anno ha dimostrato di non pagare. L’ultimo esempio l’ha offerto la sconfitta contro la Sampdoria, quando anche durante il dominio del primo tempo la Juve ha faticato a concretizzare le occasioni create, con Mandzukic simbolo numero uno di tale difficoltà. Sicuri che tenerlo in panchina non sia la scelta migliore per rialzare la testa in campionato e Champions? Anche perché non si vive di sola grinta: se così non fosse, perché non dedicare un’intera coreografia al sempre energico Sturaro? A 31 anni compiuti, la sensazione è che il gigante di Slavonski Brod abbia già offerto il massimo alla Signora. Eppure, nonostante una probabile parabola discendente, la Juve ha comunque deciso di puntare ancora su di lui in futuro, con un contratto fino al 2020 e nessuna intenzione di cedere alle proposte di Cina e Turchia. I tifosi, dalla loro, si sono già pronunciati…