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In giorni di sosta del campionato e di un mercato che, all'ombra del  Duomo, regalano ben poche gioie a Inter e Milan, c'è spazio per le  parole. Tante, tantissime, anche troppe. E così può capitare che Luciano
Spalletti gioisca dell'arrivo di Lisandro Lopez. "Bel colpo!" - penserà  qualcuno - "me lo ricordo al Lione e al Porto". Sbagliato. Non si sta  parlando dell'attaccante ora al Racing de Avellaneda che, seppur un po'
in là con gli anni, avrebbe dato ai nerazzurri una vera alternativa a  Mauro Icardi, ma del difensore del Benfica, classe '89, che in sei mesi  di stagione ha messo insieme appena quattro presenze in campionato. Ma  Spalletti è felice: contento lui...

GATTUSO COME CONTE - Ma al peggio non c'è mai fine e, infatti, c'è chi  ha detto cose ben peggiori di Spalletti: Rino Gattuso. Per festeggiare  il 40esimo compleanno, l'allenatore milanista si è concesso a numerose  interviste, durante le quali ha ribadito spesso un concetto: si  considera un nuovo Conte: "Per come prepara la partita e vede il calcio,  mi rivedo un po' in lui". Probabilmente, più un desiderio espresso mentre spegneva le candeline della torta piuttosto che una reale analisi.

SOLO UN SOGNO - Ad accomunare Gattuso e l'ex capitano e condottiero  della Vecchia Signora c'è solo il ruolo di centrocampista in cui hanno  giocato durante la loro carriera di calciatore. Nulla, invece, per quella da allenatore. Conte arrivò in una Juventus reduce da due annate  molto deludenti, con tre campioni e senza un bomber, e concluse l'annata  vincendo - da imbattuto - quello scudetto che mancava dai tempi di  Capello. Gattuso, invece, sta guidando una squadra reduce da un mercato  da 200 milioni di euro e non riesce a entrare nella parte sinistra della  classifica. La grinta, le urla e l'essere sanguigno non bastano, alla  base ci devono essere capacità e preparazione. Quelle che Conte aveva  mostrato ben prima di tornare alla Juve. Quelle che Gattuso, finora, non ha mai fatto vedere.