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Livorno e Certaldo distano meno di 90 chilometri, una distanza percorribile in poco più di un’ora. Eppure, tra il livornese Massimiliano Allegri e il certaldino Luciano Spalletti il divario non potrebbe essere più ampio di così. Non ingannino, in questo senso, i soli due punti che in classifica separano due galassie distanti anni luce l’una dall’altra e due tecnici altrettanto differenti. Quella tra Juventus e Inter sarà anche e soprattutto la sfida tra due grandi allenatori. E pensare che fino a pochi mesi fa, l’ipotesi che uno di loro sedesse sulla panchina dell’altro era assolutamente concreta. Spalletti bianconero, un’idea arrivata davvero a un passo dalla realtà.

IL DOPO-CONTE - Il primo avvicinamento di Spalletti alla nuova Juventus risale all’estate 2014, nelle ore concitate che videro Antonio Conte lasciare la panchina bianconera a ritiro iniziato. La prima scelta della dirigenza campione d’Italia era proprio lui, l’allenatore arrivato allo Zenit nel 2009 e reduce da cinque stagioni in Russia dopo la prima esperienza romana. Spalletti prima di Roberto Mancini, l’altra grande suggestione del club di Agnelli. I contatti non producono però l’effetto sperato e a firmare con la Signora è il vecchio rivale del Milan, Max Allegri. Il resto è storia: tre Scudetti e tre Coppe Italia, oltre a due finali di Champions League conquistate dal tecnico livornese. La cui esperienza juventina non è stata però priva di scossoni e svolte. La più recente lo scorso gennaio, quando dall’incontro tra l’allenatore e la dirigenza scaturisce il progetto per un addio di comune accordo a fine stagione.

DIETROFRONT - "Addio, Allegri. Benvenuto, Spalletti". Questa poteva essere la sintesi della Juve di giugno, figlia di un piano nato lo scorso inverno. Dopo il gentlemen’s agreement tra Max e la società, uniti per vincere tutto prima del divorzio ufficiale, il profilo identificato da Beppe Marotta quale migliore soluzione per il futuro portava proprio il nome di Luciano, pronto a varcare per l’ultima volta i cancelli di Trigoria. E chissà se la memoria della dirigenza bianconera, e in particolar modo del presidente Agnelli, non sia tornata a quel 15 luglio 2014 in cui Spalletti poteva approdare allo Juventus Stadium. Ad aprile ecco il dietrofront: Allegri rimane, destinato a superare come tempo di permanenza sulla panchina della Signora tutti i tecnici del dopo-Lippi. A giugno, dopo la finale di Champions persa contro il Real Madrid, arriva la firma sul contratto che lega Max alla Juve fino al 2020. E Spalletti? 48 ore più tardi è avvistato alla Pinetina, dopo il viaggio a Nanchino che ha sancito di fatto l’accordo con la società interista. Il primo derby d’Italia della stagione parte da qui: Allegri contro Spalletti. Ma chissà come sarebbe stata, la possibile e mai realizzata Juve del tecnico di Certaldo…

@mcarapex