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Juve vittoriosa e Dybala meraviglioso, ma Allegri sa che per crescere ancora della gara contro il Genoa bisogna ricordare con precisione anche cosa non è andato bene. Per lavorarci ed evitare ricadute. Tra i segnali negativi della gara del Marassi c'è senza ombra di dubbio la prestazione di Daniele Rugani. A parte il fallo da rigore, il centrale bianconero ha vissuto 90 minuti da incubo. Il contatto che manda Galbinov dal dischetto è lo specchio della sua gara: sovrastato dal bulgaro, in ritardo, in difficoltà e alla fine dannoso per la sua squadra. La sua partita ha ricordato quella di qualche anno fa giocata da Domenico Criscito contro la Roma. Il percorso dei due è simile, così come sono simili le grandi promesse che si portano dietro. A Torino sperano non sia simile anche il finale.

IL CROLLO DI CRISCITO - Criscto giocava in ben altra Juve e in ben altri tempi. Anche lui era un prodotto del vivaio di un'altra squadra (Genoa, mentre Rugani dell'Empoli) che ha terminato il suo percorso nella Primavera della Juve e anche lui, come Rugani, era tornato a 'casa' per crescere. Per Criscito fu fatale un Juventus-Roma del 23 settembre 2007. Stagione appena iniziata, per la Jue di Ranieri lui sarebbe dovuto essere un simbolo, invece venne uccellato come un bambino da Totti, autore di due gol in cinque minuti (30' e 35'), con Ranieri costretto a sostituirlo all'intervallo. Un bocciatura da cui il classe '86 non si riprese più, bersagliato dalla critiche anche dei tifosi bianconeri, tanto che già a gennaio tornò a Genova. Per non fare mai più ritorno. 

GALABINOV IL TOTTI DI RUGANI? - Rugani, contro il Genoa, è parso in difficoltà come Criscito, ma l'avversario era il meno dotato Galabinov e questo fa storcere il naso. Il ragazzo sicuro ed elegante visto contro il Cagliari al Marassi non si è presentato. Al suo posto la copia impacciata e costantemente in difficoltà, che fa sorgere un dubbio: qual è il vero Rugani? Le qualità non mancano, ma può esprimerle con continuità disumana, come si richiede a un titolare della Juve? I tempi sono cambiati, Allegri non l'ha sostituito, ma gli ha dato fiducia, così come gli ha datto fiducia la Juve, che lo proteggerà da qualsivoglia perplessità. Ma è chiaro che, con l'addio di Bonucci, è arrivato il momento di lanciare un segnale fortissimo. Un nuovo inizio, da Rugani che è diventato grande. Per far sì che il pragone con Criscito finisca qui e per lui si possano scomodare nomi più illustri. Galabinov resti un caso isolato, un brutto ricordo di un pomeriggio di fine estate.