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In dirittura d’arrivo d’uno dei più incomprensibili mercati della Juve, conviene partire dall’inizio. Dal contratto madre di tutte le perplessità: il rinnovo di Allegri, che ha comportato una serie di conseguenze ampiamente prevedibili, qui elencate.

Primo: riconfermare l’allenatore labronico dopo una cocente delusione come Cardiff, premiandolo addirittura economicamente, ha significato affidargli la squadra in toto, rischiando sia sul piano psicologico, sia su quello delle motivazioni. Riuscirà Allegri a mantenere alta la tensione dopo Scudetti e Coppe Italia a ripetizioni? Ma, soprattutto, è giusto ripetere il mantra che “in tre anni si sono raggiunte ben due finali di Champions” come se il vero obiettivo fossero le finali e non le vittorie? A questo proposito, pochi hanno notato che nel 2016/2017 Allegri, su quattro finali, ne ha perse tre.

Secondo: l’addio di Bonucci, deleterio per due motivi. L’indebolimento strutturale del reparto più affidabile, la difesa oggi inguardabile, e il rafforzamento, imprudente, d’una squadra divenuta sempre più una concorrente temibile ovvero il Milan. E anche Dani Alves ha preso la stessa strada, con diversa destinazione, il Paris Saint-Germain.

Terzo: Bernardeschi, Keita in prospettiva…la passione di Allegri per i trequartisti è stata appagata, senza pensare a fondo al problema principale della Juve: il centrocampo. L’anno scorso Max volle Pjanic, giocatore che non ha risolto i problemi del centrocampo bianconero, anzi li ha aggravati. Il suo è stato un Campionato decoroso, a voler essere generosi. Non è un cursore, non contrasta, non è un fulmine; ha un buon piede, ma non è Pirlo. Ora a questa ciliegina se ne aggiunta un’altra Bernardeschi. Khedira è un altro peso leggero. Riuscirà Matuidi, fra tante ciliegie, ad essere la torta, a sostenere il centrocampo?

Quarto: il fatto che Spinazzola sia atteso come l’angelo salvatore la dice, lunga, così come l’arrivo di De Sciglio. Le vere passioni di Allegri, infatti, sono due: rigenerare i giocatori dati per persi e cambiare i ruoli. Spinazzola gioca a sinistra: finirà a destra al posto di De Sciglio, che pare non molto facile da rigenerare.

Quinto: per la legge allegriana di cui sopra continuerà il compromesso Dybala-Higuain, con le conseguenze che abbiamo già visto. Un Dybala costretto a sfiancarsi, un Higuain (meglio nel Napoli) che corre troppo a vuoto. 

La testa di Allegri non ama le anarchie del grande talento, preferisce le discipline del volonteroso, tende a far diventare i sergenti colonnelli. Coi giocatori opera così: o li squadra come Pjanic (anche lui meglio alla Roma) che fa solo passaggi di cinque metri in orizzontale o mette un cavallo di razza come Dybala a fare il mulo o fa andare via Bonucci. 

Ci aspettiamo Bernardeschi terzino e Sturaro titolare. Tanto si vince lo stesso….