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Da tappabuchi a pedina fondamentale. E' il processo di crescita di Tomas Rincon, avvenuto nei quattro mesi in maglia bianconera. Il centrocampista ex Genoa è il cuore pulsante del Venezuela, capitano e simbolo del guerriero che combatte contro tutto e tutti, arrivando dove molti non possono nemmeno immaginare: alla Juventus. Ma in questi giorni una doppia sfida aspetta El General: una sportiva, in campo contro la Lazio, l'altra ben più tosta e combattuta a distanza: quella di solidarietà nei confronti del proprio Paese. Due storie che si intrecciano in una sola, legate strette per un solo obiettivo. Da Roma al Venezuela.

LA SITUAZIONE - Il Venezuela è sull'orlo di una crisi politica ed economica senza precedenti, con un governo - quello di Nicolas Maduro - fortemente contestato dal 6 aprile scorso. Un'opera in cui sono morte già 48 persone, le ultime due tra ieri e oggi, entrambe vittime manifestanti di 17 anni. Una situazione disastrosa e disarmante per una crisi che non vuole arrestarsi, e sfociata per il mal utilizzo del petrolio risorsa propria svenduta e sprecata. Un fatto per cui Rincon ha messo la faccia più e più volte, invocando (a distanza naturalmente) la pace e sottolineando il sostegno al proprio popolo. (Qui sotto tutti i suoi messaggi) Può sembrare poco, può sembrare superficiale, ma le squadre sudamericane hanno un grande attaccamento verso i simboli sportivi (e calcistici in particolare), che amano e seguono sempre con grande attenzione, a maggior ragione verso il loro capitano. 

DA ROMA AL VENEZUELA - A Roma - senza Pjanic e Khedira - lui sarà il fulcro del centrocampo della Juve, ed ecco quindi la seconda sfida. Lì in mezzo a tutti, a guidare tutti, come per il proprio Paese, inaspettatamente, ma simbolo come probabilmente non si sarebbe immaginato. Lui per vincere il primo titolo della stagione, lui per battere la Lazio, lui per la Coppa Italia... ma lui anche per la sua gente. El General, cuore e capitano del Venezuela: prendersi Roma per distrarre almeno per un attimo il Venezuela, per mandargli un messaggio positivo, che voli dall'Olimpico fino a Caracas.