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È stato un 2017 strano quello di Tomas Rincon. A gennaio la realizzazione di un sogno, la maglia della Juve, che ha rappresentato un picco sia a livello personale che per la sua nazione, in cui il calcio cerca disperatamente di farsi spazio e grazie a lui è riuscita ad avere un uomo ai massimi livelli. La realtà, però, come spesso accade, è stata meno esaltante della fantasia e dopo aver toccato il cielo con un dito nel momento dell'annuncio è arrivato il momento di tornare sulla terra. E lì le cose si sono fatte dannatamente complicate. Poco spazio, con il cambio modulo che ha gettato ulteriore acqua sulla fiamma dell'entusiasmo e un'estate da vivere con pochissime certezze. In cui tutto è da capire. 

FATICA - A gennaio era stato il rinforzo per Allegri, in un momento in cui la Juve sembrava bisognosa di uomini proprio in mezzo al campo, ma il passaggio al 4-2-3-1 ha cambiato tutto e il risultato è stato naturale: tanto tempo in panchina. 19 presenze, 579 minuti, che fanno capire come non fosse esattamente una prima scelta. Naturale, quindi, riflettere sul futuro. Con l'investimento iniziale di 8 milioni che col senno di poi risulta forse non troppo oculato.

FUTURO - E qui la domanda: quale futuro? La bandiera del Venezuela è sempre meno bianconera. Rincon ha ancora tanti estimatori e nelle ultime ore prende corpo l'ipotesi di un passaggio alla Fiorentina nell'ambito dell'affare Bernardeschi. Ai viola piace, a Pioli in particolare: perché non unire i bisogni di tutti? Tra il dire e il fare c'è di mezzo una trattativa complessa, ma nel mercato niente è impossibile- Soprattutto quando ci sono le volontà. Su di lui c'è anche qualche sguardo estero, e tanti sogni di chi ormai non può permetterselo più (come il Genoa, che lo riabbraccerebbe volentieri). La certezza, comunque, è che il sogno tanto atteso non si è dimostrato tale. E potrebbe finire molto prima del previsto. 

@Edosiddi