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E' un Gianluigi Buffon furioso quello che esce dalla Friends Arena di Stoccolma dopo la terribile sconfitta dell'Italia contro la Svezia. Mani davanti al viso, a proteggere sguardi indiscreti da ciò che sta dicendo a Leonardo Bonucci, al suo fianco. Il difensore del Milan si dirige subito a parlare ai microfoni Rai, mentre il capitano torna negli spogliatoi più contrariato che mai. L'unico commento a caldo, le uniche parole espresse da Buffon in un dopopartita così delicato, uno di quelli in cui il numero uno ha sempre messo la faccia per primo, sono in quel labiale nascosto al compagno di squadra in azzurro. Il capitano della Juventus se n'è andato senza aggiungere nulla nell'immediato, come se quanto visto in campo ieri sera bastasse a commentare il disastro collettivo che è a 90 minuti dal gettare al vento una clamorosa partecipazione al Mondiale.

ADDIO RECORD? - E Buffon lo sa, per lui il Mondiale potrebbe essere l'ultima, magnifica vetrina in una carriera da sogno, nell'anno del ritiro dal calcio giocato. Oltre che significare un record spaventoso nella storia di questo sport, che, se mai verrà battuto, sarà certamente opera di una leggenda alla sua altezza. Per il portiere di Carrara, infatti, si tratterebbe del sesto Mondiale da convocato, come mai nessuno prima di lui dal 1930 in avanti. Ora più che mai, però, è doveroso usare il condizionale, perché l'Italia ha un piede fuori dalla Russia. Da qui deriva la rabbia di Buffon, ma ancor più dal fatto di non aver visto in campo quell'Italia di cui è protagonista da 173 partite. Il capitano è livido in volto, perché Giampiero Ventura ha portato la Nazionale alla deriva e i giocatori visti in campo questa sera non lo stanno aiutando. Lunedì, a San Siro, ci si gioca tutto quanto, negli ultimi 90 minuti per proseguire questo sogno e non lasciarselo clamorosamente sfuggire. Un Mondiale per l'Italia, per gli italiani, per il nostro numero uno. Perché, se ritiro dovrà essere e sarà, Buffon merita di lasciare il campo con un ultimo record nei guantoni.