Si chiamava Rino Gaetano ed era un genio di cantautore. Il primo che riuscì a coniugare pop e rap raccontando, con intelligenza e con profondità di pensiero, il quotidiano di un’umanità sempre sospesa tra gioie e dolori, tra bontà e nefandezze, tra amore e odio, tra solidarietà e sfruttamento. Jovanotti arriverà dopo di lui e con minor potenza. Cantò anche sul palco dell’Ariston, il ragazzo prodigio di Crotone, conquistò tutti e fu vanto per la sua gente. Poi se ne andò, in età verde come una pianta appena nata, e volò lontano dove il cielo è sempre più blu. Il tutolo di una sua creazione indimenticabile.
Anche per la Juventus il cielo è sempre più blu. Altro successo e altri tre punti preziosi per allungare ancora e per sottolineare che, almeno in Italia, non ce n’è per nessuno. Il coro di Allegri funziona eccome e anche i nuovi innesti come Pjaca e Rincon non stonano affatto. Certamente ieri, viste le barricate prevedibili dei calabresi, ci è voluta un poco di pazienza in più rispetto al solito.
Ma è stato significativo e anche giusto che a sfondare il portone del fortino crotonese sia stato il croato Mandzukic. L’uomo che più di tutti ha dovuto riciclare se stesso tatticamente per consentire alla Juventus di schierarsi con il modulo che tutti chiedevano ad Allegri di poter ammirare. La canzone di Mario, insieme con quella di Rino, per l’ennesima serata magica bianconera. Ora, a testa ben alta, verso Cagliari e dopo, dall’isola, tutti e berci un buon Porto di annata. Guardando lontano w verso il cielo. Che è sempre più blu.