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Non è stata una passeggiata della salute. Non avrebbe potuto esserlo. Tosta come la sua gente di Calabria la squadra del Crotone fin dai tempi, antichissimi, di Pitagora è stata costretta a difendere i sui confini e la propria identità da assortiti tentativi di invasioni. Leggendaria anche nello sport dell’epoca legata ai nomi di eroi letterari. La figura di Milone, primo maratoneta olimpionico della storia, si trova scritto a lettere d’oro nei libri di epica. Eppoi, la musica. Sostenuti dal coro praticamente ininterrotto della loro curva, i giocatori di questa città ritenta spesso improbabile dal grande calcio talvolta riescono a trovare energie insospettabili. Almeno per quarantacinque minuti, come è accaduto ieri all’ora delle corride in Spagna. La musica di quel canto e anche le parole del motivo le inventò un ragazzo di Calabria come loro.

Si chiamava Rino Gaetano ed era un genio di cantautore. Il primo che riuscì a coniugare pop e rap raccontando, con intelligenza e con profondità di pensiero, il quotidiano di un’umanità sempre sospesa tra gioie e dolori, tra bontà e nefandezze, tra amore e odio, tra solidarietà e sfruttamento. Jovanotti arriverà dopo di lui e con minor potenza. Cantò anche sul palco dell’Ariston, il ragazzo prodigio di Crotone, conquistò tutti e fu vanto per la sua gente. Poi se ne andò, in età verde come una pianta appena nata, e volò lontano dove il cielo è sempre più blu. Il tutolo di una sua creazione indimenticabile.

Anche per la Juventus il cielo è sempre più blu. Altro successo e altri tre punti preziosi per allungare ancora e per sottolineare che, almeno in Italia, non ce n’è per nessuno. Il coro di Allegri funziona eccome e anche i nuovi innesti come Pjaca e Rincon non stonano affatto. Certamente ieri, viste le barricate prevedibili dei calabresi, ci è voluta un poco di pazienza in più rispetto al solito.

Ma è stato significativo e anche giusto che a sfondare il portone del fortino crotonese sia stato il croato Mandzukic. L’uomo che più di tutti ha dovuto riciclare se stesso tatticamente per consentire alla Juventus di schierarsi con il modulo che tutti chiedevano ad Allegri di poter ammirare. La canzone di Mario, insieme con quella di Rino, per l’ennesima serata magica bianconera. Ora, a testa ben alta, verso Cagliari e dopo, dall’isola, tutti e berci un buon Porto di annata. Guardando lontano w verso il cielo. Che è sempre più blu.