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Quella appena trascorsa è stata, televisivamente parlando, una serata piuttosto complicata e impegnativa. Al cuore non si comanda, naturalmente, sicchè all’ora del dessert la sola cosa plausibile da fare era quella di sintonizzare la tv sul canale di Sky che trasmetteva in diretta dallo Stadium di Torino. Le immagini e la sostanza dello spettacolo erano esattamente quelle previste alla vigilia di una partita come Juventus-Genoa, praticamente priva di storia per ciò che riguardava il risultato. Bianconeri, come al solito, affamati di successo e Dybala tanto per cambiare sontuoso nella sua magnificenza di campione in costate crescita per tecnica e anche per ciò che riguarda l’autorevolezza in campo. “Ça va sans dire”, manco c’era bisogno di dirlo, il risultato dopo poche battute era bello che acquisito e i tre punti canonici per la classifica messi in cassaforte a garanzia di uno scudetto il quale, malgrado le prudenti e diplomatiche raccomandazioni di Allegri, è sempre più cucito sulle magli dei bianconeri.

A quel punto la curiosità di vedere che cosa accadeva in altre parti dell’Europa e non solo sul piano calcistico imponeva l’inizio del classico esercizio del pollice di una mano sul telecomando alla ricerca di canali differenti. Da bravi cittadini europei un salto nei salotti della politica internazionale era impossibile non farlo. Il primo turno delle elezioni francesi, di fatto, riguardano da vicino anche noi e ancora di più quell’Unione la cui indispensabile esistenza sempre più spesso viene messa in discussione da nazionalisti e separatisti assortiti. Brividi e apprensione nel vedere il grafico che, ad un certo punto, mostrava Marianne Le Pen, la “Salvini-trumpista” di Francia, in testa nelle preferenze. Poi ci pensava Macron, il “Renzi” transalpino, a rimettere le cose sui binari di un certo buon senso. Restava, alla fine, il dubbio su come andrà a finire questo delicatissimo “derby” la cui finalissima è in calendario per il 7 di maggio e che, a mal parata, potrebbe rischiare di riproporre una seconda Brexit appena oltre le nostre Alpi.

Dopo essere tornati allo Stadium per prendere atto che i giochi erano ormai fatti diventava quasi operazione fatale andare a curiosare in Spagna dove, al Bernabeu, si stava giocando l’ennesima sfida stagionale del “classico” tra Real e Barcellona. Una visita televisiva molto interessata e molto interessante per il popolo bianconero. Immagini eloquenti per poter constatare che il Barca, appena eliminato dalla Champions dalla Juventus, non era affatto “bollito” o in disarmo. Idem con considerazioni opposte, per il Real Madrid di Zinedine Zidane il quale almeno in questa occasione ha lasciato parecchi dubbi in chi lo dipinge come un “uragano” contro il quale vi è ben poco da fare. Al contrario i “blancos” hanno messo in mostra carenze piuttosto grossolane oltre ad un nervosismo fuori misura culminato nell’entrata “criminale” di Segio Ramos su Messi. Ma le notizie migliori per la Juventus, dopo il gol lampo dello stesso Messi, arrivano dalla lettura della classifica del campionato spagnolo. Il Real è stato acciuffato dal Barcellona e, pur dovendo recuperare una partita, dovrà dare fondo a tutte le sue energie fisiche e mentali se vorrà vincere il titolo. Un impegno il quale rischia di consumare o di svuotare la squadra di “Zizou”. Un peso non indifferente che la Juventus non ha più sulle spalle.