LA PRIMA VOLTA DI GASP – Una collaborazione quella con il club calabrese che aveva portato a stagioni da autentico satellite in serie B. Sempre ottimi i rapporti già in precedenza, ma dal 2003 al 2006 il flusso dalla Juve al Crotone aveva trasformato la formazione calabrese in un passaggio intermedio tra la Primavera e la prima squadra bianconera. In uscita dal vivaio della Juve, ad esempio, c'era un Gian Piero Gasperini chiamato a guidare questo progetto tecnico al debutto nel calcio dei grandi. Un triennio che ha visto il Crotone prima vincere la serie C e poi trasformarsi nella rivelazione della serie B, anche potendo attingere all'infinito serbatoio di giocatori di proprietà Juve: tra prestiti e comproprietà, non si contavano quasi gli affari, tra elementi ai primi passi di una lunga e importante carriera ed altri poi rivelatisi meteore autentiche. Nel 2003-2004 il secondo posto nel girone B dell'allora serie C valse il salto in cadetteria: agli ordini di Gasperini c'erano i bianconeri Gastaldello e Paro, ma anche Scardina e Redavid. Saliti in B, al Crotone mancavano solo i colori sociali della Juve: nel gruppo del Gasp, arrivato sedicesimo, c'era quasi una squadra intera composta da Mirante, Bartolucci, Gastaldello, Guzman, Konko, Maietta, Paro, Scardina e Scicchitano. Nel 2005-2006 infine con Gasperini nel Crotone dei miracoli finito nono, c'erano ancora Gentile, Guzman, Konko, Maietta, Scardina, Zeytullayev e il primo Nocerino. Calciopoli poi azzerò tutto, anche la verticalità di questo rapporto.
Quando il Crotone era il 'Sassuolo' di Moggi
Uno dei punti di forza della programmazione della Juve nell'era Andrea Agnelli-Marotta-Paratici è stata la capacità di creare forti sinergie con tante società: accordi di mercato, piazze dove far crescere i propri giovani lontano da Torino, serbatoi dove pescare con profitto talenti sfruttando un canale privilegiato. E via così. Negli ultimi anni è andato in costante crescendo il ruolo del Sassuolo, tanto da essere etichettato a tutti gli effetti quasi come un club satellite, cosa che in realtà non è. E come col Sassuolo, la Juve ha un filo diretto anche con altri club di serie A: basti pensare ad Empoli e Atalanta, passando dal Pescara. Così è anche nelle categorie inferiori. Una rete preziosa e distribuita in Italia come nel resto d'Europa, una sorta di evoluzione 2.0 di un progetto in atto con grande successo già ben prima dell'avvento dell'attuale dirigenza. E nei primi anni Duemila ad esempio, il Sassuolo della triade Moggi-Bettega-Giraudo era a tutti gli effetti il Crotone.
LA PRIMA VOLTA DI GASP – Una collaborazione quella con il club calabrese che aveva portato a stagioni da autentico satellite in serie B. Sempre ottimi i rapporti già in precedenza, ma dal 2003 al 2006 il flusso dalla Juve al Crotone aveva trasformato la formazione calabrese in un passaggio intermedio tra la Primavera e la prima squadra bianconera. In uscita dal vivaio della Juve, ad esempio, c'era un Gian Piero Gasperini chiamato a guidare questo progetto tecnico al debutto nel calcio dei grandi. Un triennio che ha visto il Crotone prima vincere la serie C e poi trasformarsi nella rivelazione della serie B, anche potendo attingere all'infinito serbatoio di giocatori di proprietà Juve: tra prestiti e comproprietà, non si contavano quasi gli affari, tra elementi ai primi passi di una lunga e importante carriera ed altri poi rivelatisi meteore autentiche. Nel 2003-2004 il secondo posto nel girone B dell'allora serie C valse il salto in cadetteria: agli ordini di Gasperini c'erano i bianconeri Gastaldello e Paro, ma anche Scardina e Redavid. Saliti in B, al Crotone mancavano solo i colori sociali della Juve: nel gruppo del Gasp, arrivato sedicesimo, c'era quasi una squadra intera composta da Mirante, Bartolucci, Gastaldello, Guzman, Konko, Maietta, Paro, Scardina e Scicchitano. Nel 2005-2006 infine con Gasperini nel Crotone dei miracoli finito nono, c'erano ancora Gentile, Guzman, Konko, Maietta, Scardina, Zeytullayev e il primo Nocerino. Calciopoli poi azzerò tutto, anche la verticalità di questo rapporto.
LA PRIMA VOLTA DI GASP – Una collaborazione quella con il club calabrese che aveva portato a stagioni da autentico satellite in serie B. Sempre ottimi i rapporti già in precedenza, ma dal 2003 al 2006 il flusso dalla Juve al Crotone aveva trasformato la formazione calabrese in un passaggio intermedio tra la Primavera e la prima squadra bianconera. In uscita dal vivaio della Juve, ad esempio, c'era un Gian Piero Gasperini chiamato a guidare questo progetto tecnico al debutto nel calcio dei grandi. Un triennio che ha visto il Crotone prima vincere la serie C e poi trasformarsi nella rivelazione della serie B, anche potendo attingere all'infinito serbatoio di giocatori di proprietà Juve: tra prestiti e comproprietà, non si contavano quasi gli affari, tra elementi ai primi passi di una lunga e importante carriera ed altri poi rivelatisi meteore autentiche. Nel 2003-2004 il secondo posto nel girone B dell'allora serie C valse il salto in cadetteria: agli ordini di Gasperini c'erano i bianconeri Gastaldello e Paro, ma anche Scardina e Redavid. Saliti in B, al Crotone mancavano solo i colori sociali della Juve: nel gruppo del Gasp, arrivato sedicesimo, c'era quasi una squadra intera composta da Mirante, Bartolucci, Gastaldello, Guzman, Konko, Maietta, Paro, Scardina e Scicchitano. Nel 2005-2006 infine con Gasperini nel Crotone dei miracoli finito nono, c'erano ancora Gentile, Guzman, Konko, Maietta, Scardina, Zeytullayev e il primo Nocerino. Calciopoli poi azzerò tutto, anche la verticalità di questo rapporto.