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Calciatori, fatturati, allenatori, presidenti, stadi e chi più ne ha più ne metta. Quando si sfidano due squadre come Real Madrid e Juventus, ancor di più quando lo fanno in una finale di Champions League, sono mille e più le variabili messe a confronto prima dell'unico testa a testa che davvero conta: quello sul campo. Tra le tante variabili del gioco, tra le tante componenti che concorrono alla formazione di una squadra e di un club moderno ci sono anche i procuratori sempre più protagonisti e, in un certo senso, sempre più invadenti nelle scelte delle politiche societarie. Mettendo a confronto i rappresentati dei calciatori del Real e quelli della Juventus emergono politiche societarie nette e ben distinte. 

JUVE DEMOCRATICA - Sono tre i calciatori bianconeri gestiti da un parente stretto. Marchisio è assitito dal papà Stefano, Lichtsteiner e Higuain sono invece assistiti dai fratelli Marco e Nicolas. Dopo di loro il gruppo più nutrito è composto dagli assistiti di Davide Torchia (Rugani e Asamoah), tutti gli altri calciatori hanno procuratori diversi tra di loro il che sottolinea la capacità della squadra mercato bianconera di riuscire a trattare e a stringere accordi con un'ampia gamma di società e rappresentanti dei calciatori non catalizzandosi su di un singolo procuratore. Eppure sono tanti gli esempi di trattative mono-rotaia, tra una società e un singolo agente. Non solo a livello italiano ma anche a livello europeo. Prendete Mino Raiola, ad esempio. La Juve se ne è liberata (a suon di milioni) la scorsa estate con la cessione di Pogba e, allo stesso tempo, è riuscita ad imporre la propria politica sulla gestione di uno dei giovani più interessanti del panorama europeo: Moise Kean, sempre assistito da Raiola. Il procuratore italiano, adesso, è uno degli interlocutori privilegiati dello United visto che quattro dei suoi assistiti giocano ad Old Trafford: Pogba,  Mkhytarian, Ibrahimovic e Romero arrivato a Manchester nel 2015. Il prossimo? Potrebbe essere Donnarumma, se non rinnova con il Milan.

'DITTATURA REAL' - Se casa Juve può essere paragonata ad una democrazia, in casa Real vige ancora la 'dittatura' imposta da Jorge Mendes. Il procuratore portoghese è il primo al mondo per quanto concerne potere ed ingombranza dei propri assistiti. Cristiano Ronaldo, James Rodriguez, Pepe e Fabio Coentrao fanno tutti parte della scuderia di Jorge che è riuscito a convincere Florentino a non cedere Coentrao nonostante le poche (e pessime) presenze in campo. Il portoghese ha giocato soltanto sei partite in questa stagione eppure di voci di mercato neanche l'ombra. Non fatevi ingannare. Anche la probabile partenza di James Rodriguez non arriverà per pochi euro ma sarà l'ennesimo affare tra Real ed il procuratore portoghese che negli ultimi anni ha imposto la sua politica a Madrid.  Le scelte di Juve e Real, dunque, si misurano anche così. La partenza di Raiola ha permesso alla Juve ancor più libertà in quanto a politiche societarie mentre l'ingombrante presenza di un procuratore come Mendes costringe il Real Madrid ad attuare politiche di mercato che guardino all'interesse di entrambi, non solo del Real. E' il grande punto su cui si gioca il mercato ed il calcio del futuro: quanta libertà di movimento possono assicurare le società ai procuratori? E che succede quando i rappresentanti dei calciatori iniziano ad avere più potere delle società stesse?