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L'ultimo degli 'agnelliani' resta sempre Massimiliano Allegri. Oggi più di ieri, dopo la sentenza che chiude a chiave i sogni - che erano già illusioni - di rivedere Paul Pogba in campo, ancora in bianconero, magari a risolvere un po' di problemi accumulati nell'ultimo periodo. E invece. 

Invece no. Invece boh. Ci sarà il Tas di Losanna, un po' ultimo appello e un bel po' ultima spiaggia: Paul s'aggrappa al potenziale ribaltone, nel frattempo la Juventus resterà altri 4 mesi senza di lui. Chiudendo la stagione - la seconda di fila - senza la possibilità di utilizzare il numero dieci, l'uomo che avrebbe dovuto accelerare quel processo di cui il tecnico parla spesso. Quello che poi porterebbe alla vittoria. 

Per carità: non sarà una distrazione, tutti avevano fatto il callo all'assenza del francese. Non sarà quindi neanche un potenziale alibi per la trasferta di Napoli, non si teme l'effetto rebound, non ci sarà da disperarsi, preoccuparsi, ipotizzarsi in ottica futura. C'è e ci sarà però da ragionare, soprattutto sul fallimento delle ultime politiche societarie prima del crollo, del caos e quindi del nuovo corso. 

La parabola Pogba è un'ulteriore addizione a una somma che ha già un risultato: dall'affare Ronaldo in poi, la Juve ha avuto un calo molto simile a un declino. I conti non hanno aiutato, ma sono state in particolare le scelte a scuotere il disastro, terremoti veri e propri che ancora oggi generano scosse d'assestamento. 

Non ci voleva certo un diesse navigato, magari solo un calcolatore un po' più cinico e oculato: pensate alle rinunce, in un momento già complicato, che la società ha fatto per Pogba. Anzi: per il ricordo di Pogba. Prima è svanito il rinnovo di Dybala, immaginando di poterlo sostituire con un giocatore a fine corsa come Di Maria; poi è svanito il mercato, con la Juventus che non ha mai avuto margine di manovra per un colpo di livello europeo. 

Certo, nessuno poteva immaginare l'epilogo. Ma gli infortuni e gli stop che portano al tragico finale, ecco, un po' tutti li abbiamo sospettati. Così come abbiamo sospettato che certe regole non scritte, alla fine, valgano a prescindere dall'ambito, dal periodo e dalla situazione. 

La Juve dei ritorni - e degli amici - non è mai (ri)diventata la Juve delle vittorie. E quest'affidarsi al passato ha pure sbiadito i ricordi.

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