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Miralem Pjanic ha rilasciato un'intervista esclusiva a Tuttosport, attraverso la quale è riuscito ad analizzare a trecentosessanta gradi la sua avventura in bianconero dopo i suoi primi nove mesi di apprendistato alla Juve. Un periodo già fondamentale per compiere quel salto di qualità, soprattutto a livello mentale, di cui aveva bisogno dopo gli anni alla Roma: "Qui ti insegnano a diventare un killer, non si molla niente". Ed anche da un punto di vista tecnico, la sua evoluzione è sotto gli occhi di tutti: "Testa, gambe, difesa. Adesso sono un giocatore completo". Ora Pjanic e la Juve vogliono dunque tutto: campionato, Coppa Italia, Champions. Se qualcuno infatti gli fa notare il peso del Camp Nou, Pjanic risponde con l'effetto Stadium: "Il Barcellona e il Camp Nou? Loro assaggeranno  l'effetto Stadium".

"Al momento del sorteggio eravamo tutti insieme - racconta Pjanic - qualcuno ha riso, altri non hanno avuto reazioni particolari. Bene così, noi vogliamo vincere questa Champions e quindi dobbiamo essere in grado anche di superare una delle squadre più forti, passare il turno è possibile."

SULLA REMUNTADA - "Noi dovremmo impedire le loro giocate e metterli in difficoltà. Quel 6-1 ha dimostrato la potenza del Barcellona anche se ci ha del suo il Psg, ha commesso errori che a certi livelli non dovresti commettere ma quella partita dimostra come al Camp Nou sia tutto più difficile. Il campo sembra essere tanto più largo degli altri ma se poi vai a vedere le misure non è così, sono loro bravi a occuparlo. Per contro pure loro dovranno venire allo Stadium e non sarà facile perché noi in casa sappiamo fare bene."

 APRILE MESE DECISIVO - "E' per questo che sono arrivato qua. Allegri ci ha spiegato che ci sono tre stagioni in una: da Agosto a Dicembre, da Gennaio a Marzo e da Marzo fino alla fine. E questa terza è quella che decide tutto. Adesso la possibilità di sbagliare è zero. tutte le partite sono decisive e vanno preparate bene, lo stiamo facendo."

SUI SUOI MODELLI - "Xavi è stato un campione assoluto ma il mio idolo è stato Zidane. Mi piaceva soprattutto al Real, faceva sembrare facili le cose più difficili, era il calcio."

SULLE DISTRAZIONI - "Non deve assolutamente succedere, contro la Samp era una partita importantissima e da vincere. Adesso dobbiamo tenere la testa bassa perché quello è un obiettivo che non dobbiamo fallire. Abbiamo la Roma dietro che non molla e dobbiamo tenere a quella distanza."

SULLA DOPPIA SFIDA CON IL NAPOLI - "Mi aspetto di giocare contro una squadra forte e che gioca un calcio offensivo e divertente. Li rispettiamo molto ma andiamo li per vincere la partita, chiudere il campionato e passare il turno in Coppa Italia. Hanno un pubblico speciale, uno stadio caldissimo e che sarà sicuramente strapieno. Saranno due belle partite da giocare per un calciatore è il massimo avere davanti queste sfide."

SULLE POLEMICHE ARBITRALI- "E' pazzesco come ogni minimo dettaglio che riguarda la Juve venga ingrandito al massimo. E' pesante e anche triste perché non vengono riconosciuti fino in fondo i risultati che stiamo ottenendo. Stiamo dominando il campionato, abbiamo sempre giocato per vincere. Posso capire perfettamente la rabbia di prendere un gol al 95' su rigore, ma il rigore c'è, quindi di cosa stiamo parlando?"

SULLO STILE JUVE - Quando sono arrivato mi hanno spiegato come la pensano della Juventus. Qui ci dicono: andiamo avanti, fa parte del lavoro e del gioco non ci lamentiamo, non facciamo casini. La società ha dato l'esempio quest'anno, non ha mai fatto polemica. A noi dicono: concentratevi in allenamento e la domenica in campo. E' li che bisogna dare risposte."

DIFFERENZE CON LA ROMA - "Quando era a Roma vedevo la Juve vincere, speravo che perdesse ma non succedeva mai. Ora so perché: la società è solida, forte e anche i ragazzi in campo non mollano mai niente, né in allenamento né in campo. E' per questo che non perdevano punti! E' una questione di mentalità, ogni giorno ti mettono in testa di preparare al massimo e bene la prossima partita, non si parla di nient'altro. Sono dei killer, dei veri killer. Mi piace questa mentalità."

SULL'INIZIO DIFFICILE - "E' stata dura, pensavo che fosse più veloce: poi mi sono trovato di fronte a un nuovo sistema, nuovi allenamenti, nuovi compagni. E un modo di giocare che non metteva forse in luce tutte le qualità della squadra."

LA SVOLTA - "A livello morale la sconfitta di Genova: ci siamo parlati, ci siamo detti delle cose e dal quel momento abbiamo ritrovato l'atteggiamento giusto. A livello tattico dopo la sconfitta di Firenze quando abbiamo cambiato modo di giocare e abbiamo finalmente trovato la maniera di sfruttare le qualità migliori di tutti i giocatori e io mi sono inserito molto bene. E' stato decisivo anche conoscersi meglio. I compagni ora sono dove trovarmi e io so dove trovare loro. Sono migliorato da quando sono arrivato, grazie a compagni fantastici e uno steff che lavora davvero molto bene. Adesso l'obiettivo è scrivere il mio nome nella storia della Juve."

SU MARCHISIO - "Come si può inserire? Questa domanda dovete farla ad Allegri, io lo vedo benissimo. Tutti i giocatori, compreso Claudio, sono importanti in questa stagione e stanno dando il loro concreto contributo."

SUGLI ALTRI COMPAGNI - "Asamoah è il più simpatico: ragazzo fantastico, sempre sorridente, sempre allegro e disponibile vado d'accordo anche con Benatia perché abitiamo volto vicino e ci vediamo spesso."

TORINO-ROMA -  "Confesso che non conoscevo molto Torino che invece è una città bellissima con dei palazzi fantastici. E' una città calma rispetto a Roma dove si vive proprio bene. Mi sto abituando e mi godo la calma. Casa, Vinovo e caffè in centro. L'eliminazione della Roma? Mi è dispiaciuto molto, speravo di vederli arrivare in fondo. Purtroppo hanno trovato una squadra altrettanto forte e noi lo sappiamo perché li abbiamo trovati in Champions. Ho passato cinque anni bellissimi a Roma, abbiamo vissuto tante cose insieme ma il lavoro è una cosa è l'amicizia un'altra.