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Domani sera allo stadio San Paolo, così come davanti ai teleschermi di mezzo mondo, gli sguardi saranno fatalmente puntati su Higuain. Una nuvola d’ira scatenerà una tempesta vocale sul “core ‘ngrato” il quale dovrà dimostrare di possedere spalle ben larghe e capacità di concentrazione da monaco tibetano per non cadere nella trappola della provocazione ed evitare di finire in confusione mentale. Tutto nella norma. Fa parte del gioco. Come la creatività dei tifosi napoletani, quelli autentici e pacifici, i quali esporranno una gigantografia del Pipita assemblata con la carta igienica. Allusione assai esplicita ma anche innocente e simpatico folklore che dovrebbe far riflettere le “teste calde” sull’opportunità o meno di rendere un evento così bello e popolare come Napoli-Juventus un elemento da cronaca nera. L’augurio, di cuore, è che a vincere sia civiltà e buon senso.

Sicuramente, non potrebbe essere altrimenti, il clima sugli spalti dello stadio napoletano sarà perlomeno simile a quello di un girone dantesco. Il canonico e tanto invocato “dodicesimo uomo in campo” sarà ben presente e adeguatamente attrezzato per sostenere i ragazzi di Sarri il quale, fresco di investitura come “tecnico dell’anno”, vorrà legittimare il valore dell’onorificenza ottenuta a spese del dirimpettaio Allegri. I giocatori della Juventus, dal canto loro, sono ben vaccinati contro i potenti virus e batteri emotivi. In giro per il mondo ne hanno dovute vedere e subire di tutti i colori, sicché la preventivata bolgia non dovrebbe turbarli più di tanto.
Semmai la speranza del popolo juventino sarà quella di poter vedere uscire da quel marasma di fumi e di suoni un giovane “cavaliere” senza macchia e senza paura in grado di fare la differenza. Paolo Dybala, in arte la Joia. Come un contemporaneo Lancillotto.

La prudenza, visto il precedente di Genova contro la Samp, suggerisce di attendere sino a poche ore prima della partita per sapere se il campione argentino sarà stato giudicato abile e arruolato per l’epocale confronto napoletano. Personalmente sono convinto che il giovane fuoriclasse bianconero sarà al suo posto. Il gioco varrebbe la candela, come si dice, perché permetterebbe alla Juventus di chiudere forse definitivamente la pratica di uno scudetto per il momento negatole soltanto dall’aritmetica. Al massimo, pensando giustamente al Barcellona, Dybala potrebbe venir lasciato ai box per la successiva gara di Coppa Italia. Ma non domani. E, a questo punto, la riflessione potenziata dall’ottimismo spinge a immaginare per lo stesso fantasista “erede” di Sivori una notte davvero speciale.

​Dybala giocherà nello stadio che vide dar spettacolo uno fra i più grandi campioni della storia calcistica. Il suo connazionale Diego Armando Maradona. Un campione che riusciva andare oltre l’immagine, suggestiva, di fuoriclasse un po’ narciso il quale dava un senso allo spettacolo e ai successi con i suoi “numeri” personali. Diego era molto di più. Un leader irrinunciabile e un lottatore formidabile anche sotto il profilo del carisma che ciascuno dei suoi compagni percepiva fuori e dentro il terreno di gioco. Tanti, negli anni d’oro per la squadra partenopea, furono i momenti in cui le difficoltà oggettive avrebbero fatto presumere un calo occasionale del Napoli. Ebbene era proprio e specialmente in quelle occasioni che Maradona quasi si sdoppiava o addirittura si triplicava caricandosi sulle spalle l’intero peso della squadra e portandola puntualmente alla vittoria. Anni indimenticabili per prestazioni leggendarie.

​Dybala non è Maradona. Non ancora, perlomeno. Da ma “numero uno” assoluto sta studiando. Domani sera, con una Juve un poco acciaccata, gli si presenterà la grande opportunità di motivare, con i fatti, anche ciò che lui ha preteso in termini economici per non lasciare la Juventus ovvero l’adeguamento in denaro al collega più anziano e più celebre Higuain. L’occasione di prendere per mano la squadra e, con i dovuti distinguo, replicare le magie che era in grado di compiere Maradona. E allora forse, a quel punto, l’attenzione ossessiva riservata al Pipita si sposterà un po’ in ritardo verso un altro personaggio che al popolo napoletano farà tornare in mente una grande e affettuosa lontananza.