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Nuovi dettagli sulla questione Andrea Agnelli che in questi giorni sta monopolizzando l'attenzione di tutta Italia. A parlare, stavolta, è Ivano Chiesa, difensore di Rocco Dominello, accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso, all'udienza preliminare, avviata oggi a Torino, a conclusione dell'inchiesta Alto Piemonte che coinvolge altre 22 persone. Il legale non nega gli incontri tra il suo cliente e il presidente della Juventus: "Andrea Agnelli e Rocco Dominello si sono incontrati più volte, sia a tu per tu, sia alla presenza di altre persone, come spesso accade tra un presidente di una squadra di calcio e il rappresentante di un gruppo ultras. Sono stati incontri leciti, alla luce del sole".

La grande prova che tutti cercavano, quindi? Agnelli ha pubbliamente dichiarato di non aver avuto mai contatti con esponenti della criminalità organizzata, eppure Dominello li conferma. Chi ritiene questa sia la prova della suddetta accusa, però, parte da un postulato totalmente errato: "Rocco Dominello non e' un boss mafioso, valuteremo ai fini di una querela le dichiarazioni rese da tutti quanti, comprese quelle del procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Andrea Agnelli dice il vero quando afferma di non avere mai incontrato un boss perché  Dominello non lo è. Se danno per scontato che il mio cliente sia un mafioso, quando si tratta solo di un'ipotesi accusatoria, faremo i passi necessari per tutelarci".

Di cosa hanno parlato Agnelli e Dominello? "Negli incontri tra il mio assistito e Andrea Agnelli - dice Chiesa - si è parlato di ultras. Non capisco perché il mio cliente, in questa storia, sia accusato di associazione mafiosa. Non c'è stata né estorsione, né forzatura: se poi la Juve ha dato più biglietti del dovuto, il problema è della Procura Federale. L'ndrangheta non c'entra nulla".