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Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e allenatore del Trastevere ASD riceverà tra pochi minuti la Panchina d’oro, premio che l’Associazione allenatore ha deciso di assegnarli per gli straordinari sforzi ed il grande lavoro che sia lui che gli abitanti di Amatrice hanno fatto, stanno facendo e faranno dopo il tragico sisma dello scorso Agosto, ecco le dichiarazioni del sindaco di Amatrice raccolte a Coverciano dal nostro inviato Lorenzo Bettoni.

“All’inizio non bene poi ho pensato che rappresentava la sofferenza di tante persone che non ci sono più. Lo dedico a loro e a tutti quegli allenatori che non vincono i campionati ma salvano i ragazzi dalla strada. Chi allena bene fa in modo che difficilmente succedano le cose che sono successe vicino Frosinone”

PREMIO - “Io ho fatto gli esordi calcistici ad Amatrice e nel sisma è morto anche un mio ex giocatore. Quello di oggi non è un premio per Sergio Pirozzi, è un premio di tutti, di tutte quelle persone che ogni giorno si spendono per la mia e la nostra comunità.”

RICOSTRUZIONE - “Chi trasmette i giusti valori fa qualcosa per gli altri, se è questo lo accetto di buon grado. Ricostruzione? L’allenatore va via quando ha vinto il campionato. Dopo una sconfitta c’è sempre una vittoria, credo che con la giusta determinazione si raggiungono i risultati se non ci credessi me ne andrei.”

TORNARE IN PANCHINA - “Io qui c’entro poco, nella mia precedente vita ho fatto qualcosa nel calcio, il premio lo dedico a chi non vince i campionati e non sono famosi ma danno i giusti insegnamenti ai ragazzi. Tornare a fare l’allenatore? Me lo auguro, quando avrò il mio campionato che vuol dire cercare di ricostruire Amatrice e di non smarrire lo spirito di gruppo perché se stiamo in zona retrocessione come stiamo oggi il rischio è che ognuno giochi per sé. Per tornare ad allenare uno deve avere la testa giusta, essere equilibrato e sereno e in questo momento le incombenze sono tante.”

CALCIO - “Il calcio ha fatto tanto però lo sport ha rappresentato per me una palestra di vita. Il fatto che in parte sono riuscito a superare questa sconfitta immeritata l’ho superato anche grazie al calcio perché mi ha insegnato che non si molla e che dopo una sconfitta la colpa non è degli altri ma bisogna mettersi in discussione.”

SULLA VITA AD AMATRICE - “Me lo aspettavo? Io dal 24 agosto non mi aspetto più niente, la vita cambia ogni giorno. Prima era un allenatore e un sindaco in tempo di pace oggi sono un sindaco in tempo di guerra. Il sindaco è il mio lavoro. Ho una grande indennità che è quella di 660 euro al mese, sono questi i costi della politica italiana.”

GLI ALTRI ALLENATORI - “Chi avrei voluto incontrare oggi? Mi aspettavo ci fosse Oronzo Canà, era il mio idolo perché in quindici non perdi mai.”