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Un bad boy, uno poco abituato a seguire le regole. Così è stato descritto più e più volte Osvaldo, ex attaccante di Juve e Roma, ma l'attaccante si ribella contro questa etichetta: In particolare, in Argentina, dove ero felice di tornare perché realizzavo un sogno, mi hanno sempre definito “non professionista” - ha dichiarato a El Enganche -. Mi dicevano: “Uh, a questo piace il rock & roll. Allora gli piace anche il whisky e magari fuma, di sicuro si droga”. Non nego mi piacessero il whisky, la musica e fumare, ma ho sempre messo il professionismo davanti a tutto". E quale modo migliore per dimostrarlo se non aver indossato la maglia della Juve, squadra sempre attenta anche agli atteggiamenti extra campo? "Se fosse stato realmente così, non avrei giocato undici anni in Europa e se avessi fatto queste cose alla Juve, non mi avrebbero di certo tenuto".