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Ho sentito dire: “Vabbè, ma il Barcellona non è più quello di una volta”. Una balla spaziale frutto della malafede o dell’invidia di disfattisti e mai contenti. La verità semmai è un’altra. E’ la Juventus che non è più quella di una volta quando, pur dominando nel nostro campionato, faticava a imporsi come protagonista anche in Europa. Una tesi che ho condiviso, ieri notte viaggiando in automobile da Torino verso Pietrasanta, con i miei due amici Giuseppe e Irlanda Leonardi “pendolari” irrinunciabili per tifo bianconero al pari di quel 54 per cento di appassionati juventini che si ritrovano nello “Stadium” arrivando da lontano. Gente felice. Come tutti coloro che, nella notte della partita perfetta, sono usciti da Casa Juventus trasfigurati in volto e stremati per il supporto vocale davvero unico che avevano riservato ai loro campioni senza manco trovare il tempo per tirare il fiato.

Un’annotazione, quella sulla diversità bianconera rispetto al passato, necessaria per comprendere quanto la performance dell’altra sera abbia segnato il confine  per una svolta davvero epocale e non soltanto sotto il profilo agonistico. Che il Barcellona stia attraversando un momento forse meno esaltante e prepotente di quel che sia stato legittimo attendersi può anche essere in parte vero e fa capo ad un normale stato fisiologico che comunque non può essere definito decadimento. Specialmente con fuoriclasse del calibro di Messi, Neymar, Suarez e Iniesta i catalani possono rivelarsi in ogni caso micidiali. Il fatto è che la strategia di un Allegri persino sorprendente insieme con la forza e l’orgoglio quasi sfacciati dei suoi giocatori i “pezzi da novanta” privi di adeguato sostegno dalle linee di mezzo annullate dai bianconeri hanno sparato a vuoto. Così, in una notte persino inimmaginabile, la Juventus si è seduta di diritto e con autorevolezza al tavolo insieme con le altre tre potenze dell’Europa calcistica ovvero il Bayern, il Real e lo stesso Barcellona. E da questo posto prestigioso nessuno potrà rimuoverla. Per molto tempo.

Il segreto di questa nuova stagione bianconera destinata a dilatarsi e a cementarsi nella storia si trova soprattutto dietro il palcoscenico del trionfo sportivo. Frutto di un lavoro sapiente e curato nei minimi particolari che si era iniziato subito dopo la catastrofe di Calciopoli e che ieri ha trovato il suo zenit non solo di immagine. E’ il progetto che la dirigenza bianconera, in primis il presidente Agnelli e con lui tutti i suoi più stretti collaboratori da Marotta a Paratici fino ai giovani manager che operano nella stanza dei bottoni, ha disegnato per fare in modo che la Juventus sia un’azienda che non produce solamente calcio fine a se stesso ma abbia il dovere  e il potere di imporsi sul mercato internazionale come modello di eccellenza per il “made in Italy”. L’impresa di ieri, contro il Barcellona, ha dimostrato che è ormai possibile annunciare la perfetta e piena riuscita del progetto. Indietro non si tornerà mai più. La Juventus è già nel futuro. Insieme con la sua gente, felice.