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Per la prima volta dall’inizio del nostro tour degli Juventus Club DOC, arriviamo in Sardegna. Qui, nella regione dell’Ogliastra, sorge un club unico nel suo genere. Abbiamo parlato con il suo presidente, Cristian Pinna.


Come nasce lo Juventus Club DOC “Gianluigi Buffon” dell’Ogliastra?


“Quasi per scommessa, a dire la verità. Eravamo in pizzeria, io con alcuni amici e una squadra di calcio. Quando abbiamo parlato dell’idea di fondare una realtà simile, loro ci hanno preso in giro, dubitando della possibilità di concretizzarla. Così, da quel giorno, siamo partiti compilando tutte le pratiche. Nel primo anno, il 2016, siamo arrivati a 120 soci. In seguito all’affiliazione Doc siamo saliti a 344 soci”.


E’ complicato gestire l’organizzazione di un Club DOC in una zona come la vostra?


“Abbiamo uno staff numeroso. Dopotutto copriamo tutta l'Ogliastra, una delle province più isolate d’Italia. Per questo lavoriamo e collaboriamo costantemente con i paesi vicini. La nostra sede è a Tortolì, visto che la maggior parte dello staff abita qui. L'inizio non è stato semplice, anche perché eravamo in quattro, poi si sono unite altre persone e abbiamo inserito un referente di fiducia. Il difficile è nell’iniziare, adesso si fatica di meno, anche a livello di costi”.


Cosa ci può dire della vostra sede?


“Abbiamo puntato e investito su una sede abbastanza grande, da 160 metri quadrati con un maxi schermo. Visto che la distanza da Torino è notevole, ci siamo concentrati sulla creazione di un centro di raduno che fosse come una grande famiglia. Abbiamo voluto riprodurre quella che potesse essere una seconda casa per tutti i tifosi bianconeri, non come lo Juventus Stadium ma quasi. Anche se poi riusciamo a mandare soci a quasi tutte le partite, che siano uno, due o dieci”.


In cosa consistono le vostre iniziative?


“Vanno dai tornei di ping pong, di biliardino, alla lotteria una volta all’anno. Organizziamo eventi sia per avere un introito, sia per divertirci. La cosa bella, che ci ha stupito, è che all’inizio pensavamo a qualcosa di simile a un circolo privato, invece il locale si è rivelato un luogo per gente di tutte le età, soprattutto per le famiglie e per i bambini”.


Quali momenti le rimarranno nel cuore, di questo primo anno di vita del club? 


“Del primo anno da club normale, non affiliato, il momento più bello è stato il gol di Zaza al Napoli. Eravamo una novantina a vedere la partita, ci abbiamo messo almeno un'ora per recuperare il fiato. E poi ovviamente l'inaugurazione, con l'articolo apparso sul giornale il giorno dopo. E’ bello pensare che anche fra qualche anno potremo guardare quel frammento di quotidiano e ricordarci di quei momenti”.


Per quanto riguarda le partite viste allo stadio, invece?


“Abbiamo visto il match contro la Roma, quello contro il Lione, poi con un gruppo abbiamo intenzione di andare a Cagliari domenica sera. E’ circa a due ore di macchina, la trasferta più facile. Poi pensiamo di andare a vedere il prossimo derby della Mole”.


Hai parlato di un angolo di mondo molto “appartato”, se vogliamo. Anche lì, però, batte forte il cuore di molti juventini?


“L’Ogliastra è strapiena di bianconeri, ma siamo davvero molto isolati. Ad esempio parecchi abitanti dei paesini qui vicini non sono al passo con i social network. Noi sfruttiamo davvero l'1% del potenziale juventino di questa terra. Considerate anche che qui c’è solo un club dedicato alla Juve, non ce ne sono per le altre grandi squadre. Anzi, spesso abbiamo ricevuto complimenti anche da persone che tifavano Milan o Inter. Perché alla fine quello che conta è, oltre il tifo e gli sfottò, creare un luogo in cui stare in compagnia. Soprattutto per i giovani, perché qui da noi altrimenti è un po’ un mortorio”.


Un desiderio da esaudire per il futuro?


“Che Gianluigi Buffon ci faccia visita. Per il luogo in cui ci troviamo, ricevere una leggenda come lui sarebbe il top”.