commenta
In origine fu Pedro Sernagiotto, attaccante protagonista di tre stagioni trionfanti in bianconero (tre scudetti dal 1931 al 1934). Poi la meteora Bruno Siciliano, quindi Cinesinho, con il peso della maglia numero 10 lasciata in eredità da Sivori. Ma la verità è che il rapporto della Juventus con il Brasile non è mai stato idilliaco. Un trend evidenziato dalle prestazioni e dalle carriere di molti, fra i 23 giocatori verdeoro che hanno vestito la divisa della Vecchia Signora. Un trend che, con una vera rivoluzione copernicana, l’attuale società ha già cominciato a ribaltare.

BRASILE, QUESTO SCONOSCIUTO - Lontani sono i tempi di José Altafini, ma anche del terribile trio Amauri-Diego-Felipe Melo, della Juve brasiliana di Ciro Ferrara che illuse tutti nelle prime giornate del campionato 2009-2010. Dominio incredibile nella trasferta dell’Olimpico contro la Roma, doppietta dell’ex Wolfsburg e sigillo finale del centrocampista arrivato dalla Fiorentina. Tutto cambiato, per una squadra che da Emerson in poi, sembrava aver tagliato il legame con il paese più grande del Sudamerica. Una cesura confermata anche nelle successive stagioni, con il ritorno ai successi nazionali che non ha beneficiato minimamente di un rinnovato interesse per i giocatori brasiliani. Tecnica e spregiudicatezza, ma anche inaffidabilità, quella “follia” che nell’ambiente bianconero difficilmente riesce a fare breccia. Molto meglio il genio matematico degli argentini, o la sobria magia dei francesi. Poi, in pochi mesi, la svolta.

NUOVA ERA - Che nell’estate 2015 dovesse arrivare a Torino un terzino brasiliano, era ormai noto a tutti. Che poi ad approdare allo Juventus Stadium sia stato Alex Sandro e non - come sembrava inizialmente certo - Guilherme Siqueira, qualche differenza l’ha fatta. L’esterno ex Porto, pagato 26 milioni di euro, ha dato il via ad un mercato verdeoro che già aveva condotto in bianconero il portiere Neto e che avrebbe regalato, con meno entusiasmo, Hernanes. Ma è nella stagione successiva che la nuova veste brasiliana della Juve è stata completata: Dani Alves a parametro zero, un colpo inimmaginabile fino a pochi anni fa. La bellezza tecnica delle fasce verdeoro ha proiettato la Juve dritta in finale di Champions League, dove in fondo i due compagni di Nazionale (Alex Sandro colpevolmente dimenticato per troppo tempo da Tite) non sono apparsi neppure i peggiori nel 4-1 subito dal Real Madrid. Anche per questo, forse, la Signora brasiliana è sul punto di arricchirsi di nuove pedine di qualità. Si veda Douglas Costa, identificato come il profilo ideale per il 4-2-3-1 di Allegri: lui, fantasista come Diego, ma dalle prospettive assolutamente diverse. Perché la storia è cambiata davvero e adesso, il Brasile bianconero, è finalmente ai vertici europei. Ordem e Progresso: siamo agli albori di una nuova era juventina.

@mcarapex