CRESCITA E RUOLO - La partita di Bentancur, la prima da titolare con la maglia bianconera, recita “84% di passaggi positivi, un tiro versi la porta di ter Stegen (bloccato sul più bello) e 5 palloni persi (Douglas Costa, con un ulteriore mezz’ora nelle gambe, ne ha persi 13)”. Freddi dati che ovviamente non restituiscono l’immagine di una serata, di un 3-0, da sottolineare con la matita blu sul quaderno personale. Eppure l’esordio del classe ’97 di Nueva Helvecia contiene in sé sprazzi assolutamente positivi in direzione futura: non sarà mai un nuovo Pogba e neppure un erede adeguato di ciò che Marchisio è stato a lungo nella Juve (mezz'ala esuberante, più che di contenimento) eppure l’uruguaiano in questa squadra - uscita con le ossa rotte dalla Catalogna - può dire davvero la sua. Poco importa se come vice-Pjanic o come sostituto di un Khedira riscopertosi fragile. Fondamentale, com’era necessario non caricare sulle sue spalle troppe responsabilità, è adesso non puntargli il dito contro. Una medaglia d’oro al Sudamericano Under 20 e due titoli di campione d’Argentina non faranno di Bentancur il salvatore della Signora: ma alla soglia del Camp Nou, tra molti volti grigi, lui è forse uno dei pochi a potersi permettere di camminare a passo tranquillo. La sua crescita è là, pronta per essere afferrata: quanto a quella della Juve - si spera - sarà compito di Allegri…
@mcarapex