VIETATO L'INGRESSO AGLI JUVENTINI - Manca soltanto l’ufficialità, ma il responso sembra scontato. E insieme ad esso, la sempre più forte sensazione che in Italia, determinati eventi rimangano tragicamente off-limits. Vero, nel recente passato anche il settore ospiti dello Juventus Stadium è stato chiuso in occasione della trasferta del Napoli (l’ultima volta per la gara di Coppa Italia dello scorso marzo) e la consuetudine - giustificata dal presunto “ordine pubblico” - non è più una sorpresa. Resta però l’amarezza, derivante dall’assurda impossibilità per un tifoso juventino di assistere ad una partita a Napoli. Non che sia un piacere indimenticabile, si intenda: perché quella gabbia medievale che è il settore ospiti del San Paolo, dove in molti hanno scongiurato per poco una pioggia di urina e fumogeni, ha dell’incredibile nell’anno del Signore 2017.
UN TIFOSO NEI GUAI - Napoli non è un paese per juventini, insomma. Lo conferma ogni anno il San Paolo a pochi giorni dallo scontro diretto, ma non solo. Perché da Castel Volturno arriva anche l’ennesima denuncia da parte del sindaco Dimitri Russo, “reo” di tifare Juventus e per questo fortemente criticato. “In molti mi dicono che dovrei sostenere il Napoli, perché sono del Sud”, racconta ai microfoni di Radio Marte. Come se fosse un onere da sostenere, per il solo fatto di vivere in quel territorio. Nel periodo di maggiore crisi del calcio italiano, in cui da tutte le parti si auspica un immediato rinnovamento, un tale scenario appare sinceramente in controtendenza. Affermandolo ci rendiamo forse colpevoli di discriminazione territoriale?
@mcarapex
