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Dopo le polemiche, è arrivato il momento di pensare soltanto al campo. O perlomeno sarà questo il tentativo di Juventus e Napoli, impegnate in un tour de force che condurrà infine a quattro giorni assolutamente fondamentali per la stagione. E in questo sono accomunati gli uomini di Allegri, intenti nella cavalcata verso l'ambito Triplete, e quelli di Sarri, animati dall'ambizione di sollevare almeno un trofeo al termine dell'annata.

PIPITA TRADITORE - La trasferta del San Paolo è alimentata fin dallo scorso luglio da un'attesa spasmodica, non tanto da parte bianconera quanto in tutto l'ambiente azzurro: napoletano o napolista che sia. Il caso ha voluto che l'appuntamento fosse addirittura destinato a raddoppiarsi tra campionato e Coppa Italia. Un mini-ciclo caldissimo che forse passerà alla storia come "la quattro giorni di Napoli" (o cinque, se si considera la vigilia). Uno scontro bramato fin da quando Gonzalo Higuain si è trasformato nel calciatore più caro della storia della Juventus e del calcio italiano: un trasferimento a suon di milioni, i 90 dell'ormai famigerata clausola rescissoria, additato come l'ennesimo tradimento dal presidente Aurelio De Laurentiis. Lui, che insieme alla società ha deciso proprio quella via d'uscita, incassando dalla cessione del Pipita una cifra tale da permettere una campagna acquisti faraonica. Si parte da Higuain il traditore, dunque. Questo il titolo del film scritto, diretto e programmato per mesi e mesi. Eppure, nelle ultime settimane, il ritorno a Napoli del bomber argentino - che nel frattempo ha già regalato ben due dispiaceri agli ex tifosi tra le mura amiche dello Stadium - è scivolato quasi in secondo piano. Tanto fragoroso è stato il rumore di tutte le polemiche innescate a ripetizione da De Laurentiis sulla scia di altri colleghi, come se buttare tutto in caciara potesse rendere meno evidente il gap totale che esiste tra la sua squadra, con tutte le altre del calcio italiano, e la Juve. Lo dicono i risultati, sul campo come sul bilancio. Lo confermano le prestazioni e uno status sempre più elevato anche a livello internazionale.

NAZIONALI E PARLAMENTARI - Dopo il Pipita, sono arrivate quindi le continue frecciatine legate al fatturato, come se l'eccellenza finanziaria fosse una colpa e non un merito. Infine, nelle ultime settimane ogni arma è stata considerata valida. Come da noi raccontato giorno dopo giorno su ilBiancoNero.com, è prima esplosa la campagna mediatica anti-Juve dopo la gara d'andata di Coppa Italia, con il Napoli capace addirittura di interrompere il silenzio stampa per inneggiare ad una serie di favori arbitrali poi smentiti anche dalla moviola. Una moviola che ha reso gli episodi, nel migliore dei casi, aperti a varie interpretazioni: il solito gioco insomma, di chi non sa perdere nonostante sia abituato a farlo, supportato da tutto un mondo di giornalismo fazioso contro-Juve ancor più che pro-Napoli, in una stagione dove a voler esaminare gli episodi arbitrali nel complesso questi hanno semmai sfavorito e non avvantaggiato i bianconeri. Ma anche gli incroci di calendario, con gli azzurri che pretendevano un trattamento privilegiato. Approdando poi alle polemiche per la gestione dei Nazionali, tra ammonizioni ritenute tattiche (vedi Higuain e Dani Alves) e trattamenti considerati privilegiati, nonostante a conti fatti il Napoli sia riuscito a radunare tutta la squadra già mercoledì al contrario dei bianconeri che han dovuto attendere gli ultimi sudamericani non prima di giovedì. Il tutto accompagnato dai deliri di onorevoli e parlamentari che anzichè trattare con delicatezza il proprio ruolo, anche in Commissione Antimafia, hanno giocato a fare gli ultras come se non avessero  responsabilità e un peso diverso le proprie parole. Un clima pericoloso, che ha visto nella chiusura del settore ospiti l'inevitabile conseguenza anche da un primo scontro come quello che ha visto domenica 19 marzo l'agguato da parte di una ventina di tifosi del Napoli ad un pullman di juventini in partenza dalla Campania alla volta di Genova per seguire la propria squadra. Manca qualcosa? Forse sì. Anzi, sicuramente sì. Le due partite. Nella speranza che almeno domenica e mercoledì sera si possa parlare solo di calcio.