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Alvaro Morata: il sole che si è spento nella pioggia londinese. Già, lo spagnolo si è perso nell'ultimo periodo, dopo il buon inizio, ed è molto lontano dal rendimento avuto in quel di Madrid, ma soprattutto a Torino. Ottanta milioni per strapparlo ai blancos, per portarlo in blues e consegnargli la numero 9, prima che Conte lo accantonasse, in favore del neo arrivato Olivier Giroud. Oggi, sono due anni esatti da quel coast to coast con il Bayern Monaco, il punto più alto della sua espressione calcistica... quando e dove potrà tornare così? 

LE PAROLE DI CONTE - "Non dimentichiamoci che per Morata questa è la prima vera stagione della sua carriera. Sia con la Juventus che col Real Madrid partiva spesso dalla panchina e subentrava solo se il titolare era infortunato. Stiamo parlando di un attaccante importante e di grande prospettiva ma dobbiamo avere pazienza con lui". In parole più brevi: non è pronto, almeno per Conte, visto che con Allegri in Champions ci ha giocato eccome, arrivando fino alla finale di Berlino 2015, da protagonista. 

PARTITE E CHAMPIONS - La partita più importante dell'anno, al Camp Nou contro il Barcellona, Morata l'ha guardata dalla panchina, almeno per 67', entrando solo a 3-0 subìto. Non il massimo per chi è nel pieno della sua carriera, per chi vuole e merita anche una maglia da titolare, anche in quella Champions League che è stata sua già due volte in carriera. Due anni fa, come detto, sfiorava l'impresa a Monaco negli ottavi contro il Bayern, con quella cavalcata che è diventata protagonista anche di una canzone ("Vamos Alvaro" ndr).

4-3-3 E 4-2-3-1 - Ma che ruolo ha Morata? Non è solo una prima punta, ma un attaccante atipico, capace anche di fare l'esterno, grazie a quella progressione devastante. Allegri, alla Juve, l'ha già provato in quel ruolo - anche se più spesso ha orbitato intorno a Tevez - per due esperimenti ben riusciti. Insomma, non proprio un 9, almeno per il tecnico bianconero che ama cambiare e adattare... e che in questo caso potrebbe proprio divertirsi.

A Torino Morata è ancora uno dei pallini, amato in lungo e in largo, ma non solo. Anche lo spagnolo ha nostalgia della Juve, di un ambiente protettivo e familiare in cui è cresciuto tantissimo. Ma un ritorno è possibile? Difficile, ma la suggestione rimane, eccome.