commenta
Al centro Vismara, la sede del settore giovanile del Milan, è andata in scena domenica mattina la replica della partita del giorno prima: dipendenti del club, rinforzati da un grande ex come l'attuale club manager Abbiati, contro dipendenti di Elliott, il fondo americano che, col suo maxiprestito al presidente cinese Yonghong Li, gli ha fornito un anno fa un aiuto decisivo nel passaggio di proprietà da Fininvest, la holding di Silvio Berlusconi. Tra i giocatori in campo, con un discreto tocco di palla, è stata segnalata anche una presenza non secondaria: Gordon Singer, responsabile della sede londinese di Elliott, grande appassionato di calcio e figlio di Paul Singer, fondatore nel 1977 a New York e amministratore delegato dell'hedge fund, protagonista in questi giorni anche sulla scena dell'economia italiana.

LI A CACCIA DI SOCI - Il siparietto calcistico e la visita a Milano di una trentina di dipendenti di Elliott, arrivati a San Siro in pullman in occasione di Milan-Benevento, confermano che il fondo americano non ha avuto certo un ruolo secondario in questo anno di passione finanziaria. Semplice ricorrenza, congedo graduale dal Milan o posizione sempre più rafforzata? Le ipotesi si accavallano, ma di sicuro questi sono giorni molto importanti per Li, che non disdegnerebbe l'ingresso di un nuovo socio, e per l'amministratore delegato Fassone, chiamato a tirare le fila del rifinanziamento del debito con Elliott, anche in vista della decisione dell'Uefa, che verrà ufficializzata a fine maggio, sul settlement agreement, il patteggiamento delle sanzioni per il rientro triennale nel fair-play finanziario: molto si gioca sulle eventuali ripercussioni sul mercato estivo e sulle possibili restrizioni alla rosa e alla libertà di movimento nella campagna acquisti.

LA SCADENZA DEL 6 LUGLIO - Elliott, nel frattempo, conferma il suo impegno a garantire economicamente il Milan. Un primo esempio di che cosa possa significare questo impegno è previsto tra breve, nell'assemblea dei soci convocata per il 2 maggio. Tra i punti all'ordine del giorno, c'è il "riscadenzamento" di una parte del prestito che il fondo americano ha concesso alla società. In pratica, una parte del debito non dovrà più essere rimborsata a fine ottobre, ma a fine giugno 2019: si tratta di una trance di 12 milioni dell'obbligazione da 50 milioni, che è servita a finanziare la scorsa campagna acquisti. Il prestito complessivo di Elliott è di 303 milioni, di cui 123 gravano su Ac Milan, mentre gli altri 180 fanno capo direttamente a Yonghong Li. Perché questi 12 milioni sono stati riscadenzati? Servono, in sintesi, per migliorare i coefficienti patrimoniali del Milan, in modo che la società rientri nei parametri richiesti dalla Lega per l'iscrizione al prossimo campionato e, di conseguenza, anche alle competizioni Uefa. Rimane il vincolo della restituzione degli altri 291 milioni (più interessi) alla scadenza di ottobre, se Li non vuole che il Milan passi nella mani di Elliott. Con una data ancora più centrale e anticipata, come si legge nel "Sistema delle licenze nazionali 2018/2019 della Lega di Serie A", assai più restrittivo e vincolante che nel recente passato: "Il ripianamento dell'eventuale deficit di bilancio, rispetto alla deviazione accettabile, potrà essere effettuato entro il 6 luglio 2018". E tra le modalità indicate spicca, al punto b, "l'aumento di capitale integralmente sottoscritto e versato".

Da La Repubblica, di Enrico Currò e Luca Pagni