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I suoi campioni sono sparpagliati qua e là, tra impegni di nazionale o giorni di relax, e la Juventus ne approfitta per dare un senso alla sua attività di “azienda” i cui responsabili si rendono pienamente conto della funzione anche extracalcistica che sono tenuti a svolgere oltre i confini del proprio orticello. Sicchè, proprio durante i giorni di “vacanza” del calcio, la società bianconera mette a segno il gol più bello. E lo realizza in due puntate.

La prima ieri quando le sale del Museum hanno ospitato novanta ragazzi di varia età appartenenti alla scuola juventina ai quali sono state fornite indicazioni utili a riflettere sul problema del razzismo e su quello, attualissimo, dell’immigrazione dei popoli che fuggono dai Paesi devastati dalle guerre. Parole immagini per un tema che riguarda da vicino anche il mondo del pallone allorchè, non di rado, offre soprattutto tra i tifosi spettacoli indegni per una società civile. L’esempio votato alla tolleranza e alla coesione deve partire ovviamente da operatori e da protagonisti ed è per questo motivo che la dirigenza bianconera si adopera re fare in modo che i futuri professionisti di domani abbiano in mente e ben chiari i concetti di eguaglianza anche nelle diversità di razza.

Il secondo step, ancora più interessante e importante del primo, si svilupperà domani in maniera assai più allargata e con la partecipazione non solo degli studenti ma anche delle loro famiglie e di coloro che vorranno intervenire attraverso un viaggio nella Storia del mondo e del nostro Paese. La rivisitazione di due momenti epocali che hanno fatto da snodo, anche tragico, per la vita della nostra nazione. Una rilettura del barbaro fenomeno legato alle leggi razziali entrate in vigore nel periodo della dittatura fascista e il varo di quella Costituzione che, dopo la fine della guerra, i padri fondatori della Repubblica hanno scritto nell’intento di dare all’Italia una connotazione autenticamente democratica. Due temi dei quali tutti parlano ma talvolta a sproposito per conoscenza appena imbastita.

Tutto ciò in attesa di aprile quando il “meeting” troverà la sua massima espressione nel rinnovo del patto di sodalizio, già esistente da sette anni, tra l’Unesco e la Juventus teso a cementare sempre di più gli sforzi sin qui fatti per fare in modo che l’uso di parole come “solidarietà” e “fratellanza” non debbano rimanere esercizi di pura teoria e di facile retorica. La Juventus, insomma, anche sotto questo aspetto offre la lodevole dimostrazione di volere e di sapere essere in prima fila per operare affinchè i suoi giovani imparino a essere prima cittadini e poi, eventualmente, anche campioni. Ed è questo il gol più bello.

@matattachia