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Ansia per Mario Mandzukic dopo la gara tra Croazia e Finlandia. L'attaccante, finito ko, è stato costretto ad abbandonare il campo e a Torino qualcuno ha tremato. Soprattutto dopo che l'ex tecnico della Croazia, Cacic, aveva suonato l'allarme: "Potrebbe star fuori molto a lungo". Esonerato il ct, però, è scomparso anche il pericolo. Manduzukic è sceso regolarmente in campo nella successiva sfida contro l'Ucraina ed è tornato a Vinovo più carico che mai. Tanto che lo stesso Allegri in conferenza ha avvisato tutti: "Non dite che sta male, se no si arrabbia". Sta benissimo e giocherà. Perché dietro all'aria da duro c'è davvero un duro. Irrinunciabile per la Signora.

INDISTRUTTIBILE - Nessuno lo faccia arrabbiare. Quella botta, per lui, non è niente. In un calcio fatto troppo spesso di sceneggiate e atleti fragili, lui sembra appartenere a un'altra epoca e forse per questo il pubblico dello Stadium ne è così follemente innamorato. Non crolla mai, non piange mai, combatte colpo su colpo. Come un gladiatore, che non si risparmia mai. E pur essendo a Torino da poco, lotta per la maglia come se ne fosse un simbolo indiscusso. Senza mai vacillare.

INTOCCABILE - Quando è a disposizione, Allegri l'ha schierato sempre. È il giocatore più impiegato, quello da cui, tra l'altro, dipende anche il modulo. Con lui il 4-2-3-1 calza a pennello, senza veste un po' largo (o stretto, scegliete voi). Con lui, anche a prescindere dal modulo, la squadra ha un equilibrio unico, che nessun altro riesce a garantire. Tanto di questa Juve dipende da lui. E non è una dipendenza negativa, perché, al netto dell'aria da duro, è uno che per la squadra porta solo benefici: zero pesonalismi, zero lamentele. Un uomo spogliatoio atipico, ma perfetto. Sempre che non lo si facci arrabbiare, magari parlandogli di infortunio per una semplice botta...

@Edosiddi