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Due finali vinte e ben sei perse, di cui quattro negli ultimi 20 anni. La storia della Juventus avrebbe potuto essere molto diversa se i bianconeri avessero vinto non tutte ma anche solo metà delle finali da cui sono usciti sconfitti, anche quando disputavano l'ultimo atto da favoriti, come contro il Borussia Dortmund nel 1997. Un anno prima i bianconeri erano saliti sul tetto d'Europa nella finale di Roma contro l'Ajax di Van Gaal battuto ai calci di rigore. Quella Juve poteva godere di uno degli attacchi più completi della storia del club, il tridente composto da Ravanelli, Vialli e Del Piero. Oggi quel tridente sembra essere replicato quasi in maniera perfetta da Mandzukic, Higuain e Dybala con giocano in un 4-2-3-1 e non in un 4-3-3 ma hanno caratteristiche tecniche, fisiche e mentali da rendere un simile paragone quasi naturale.

PENNA BIANCA COME MARIO - Attaccanti veri prestati alla fascia. Sia Ravanelli che Mandzukic hanno sempre dato il meglio giocando come centravanti o, al massimo, come seconda punta. La forza e la corsa di Ravanelli nel 1996, però, davano alla Juve di Lippi lo stesso equilibrio di cui i bianconeri hanno bisogno oggi con Mandzukic, Higuain, Dybala, Cuadrado e Pjanic tutti in campo dal primo minuto. Per sostenere le cinque stelle ci vuole corsa e sacrificio da parte di tutti e Mandzukic è il primo a farsi in due per la squadra. Mario ha già segnato una rete in una finale di Champions proprio come Penna Bianca che nel 1996 portò in vantaggio i bianconeri prima delle rete di Litmanen.

VIALLI COME IL PIPA - Due tra i più grandi centravanti nella storia della Juve anche se l'argentino ha già doppiato Vialli quanto a gol segnati in una stagione. Nel 1995/96 l'ex capitano bianconero segnò 14 reti in stagione, Higuain quest'anno è a quota 31. Giusto per dovere di cronaca, l'ultimo ad aver sfondato il muro dei 30 è stato un certo David Trezeguet. Durante la sua avventura in bianconero, però, Vialli mise a segno 53 reti in 142 partite. Cosa accomuna Vialli e Higuain? Semplice, oltre ai gol c'è la loro 'ossessione' per le finali. Prima di quella del '96 Vialli aveva già perso una finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona (nel 1992, quando giocava con la Samp) e la finale di Roma rappresentava una sorta di ultima spiaggia. Higuain non ci è ancora arrivato (all'ultima spiaggia) ma come Vialli soffre quella ossessione per la vittoria finale che sembra sempre così vicina ma che alla fine si allontana inesorabilmente. Gli errori sottoporta nelle finali di Coppa del Mondo e di Coppa America con l'Argentina Higuain se le porterà dietro per un bel po' anche se la doppietta di Monaco dovrebbe aver allontanato i fantasmi nella testa del Pipita.

DEL PIERO COME LA JOYA - Entrambi sono i 'giovani' delle rispettive squadre. Nel 1996 Del Piero aveva ancora da compiere 22 anni. Dybala ne ha da poco compiuti 22. Del Piero giocava più esterno rispetto al Dybala di oggi ma entrambi sono i leader tecnici delle rispettive formazioni. Quell'anno le reti segnate furono 13 in 44 partite. Proprio come Dybala anche Del Piero si è inserito subito in una squadra di grandi campioni 'fatti e finiti' che gli hanno fatto capire fin da subito cosa significa giocare per la Juve. Dybala lo ha recepito non solo dai suoi compagni ma anche dallo stesso Del Piero, tanto da aver recentemente dichiarato: "Del Piero è tra i miei idoli assieme a Pirlo. Tutto quello che hanno raggiunto con la Juve è stato incredibile, mi ispirano a voler fare lo stesso." Corsi e ricorsi storici, insomma, non finiscono mai ma Dybala, Higuain e Mandzukic hanno un solo modo per dimostrare di essere davvero come il tridente che nel '96 ha scritto la storia della Juve.

E VOI COSA NE PENSATE? QUESTO TRIDENTE SOMIGLIA A QUELLO DEL '96 E, SOPRATTUTTO, PUO' RAGGIUNGERE LO STESSO RISULTATO IN EUROPA? DITECELO NEI COMMENTI