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Vedi Mandzukic e poi perdi. Parafrasando il famoso aforisma sulla città di Napoli (a proposito, gli azzurri di Sarri nonostante la goleada al Bologna restano a -9 dalla capolista) si riesce a cogliere tutta l’importanza dell’attaccante croato negli schemi di Allegri. Ex centravanti tornato ala, Mario ha trovato nuova linfa dal 4-2-3-1, come esterno offensivo ma non solo. E’ ormai noto infatti l’apporto conferito dal croato in ripiegamento, nelle palle recuperate e nei tackle (almeno 1 a partita). Ma non solo: in tutte le occasioni in cui l’ex Bayern Monaco è andato a segno nel corso della sua esperienza bianconera, la Juve ha sempre agguantato il bottino pieno. Esattamente ciò che è avvenuto contro il Crotone ieri, quando Mandzukic ha sbloccato un match fin troppo complicato da indirizzare sulla giusta via.

AL CENTRO DEL PROGETTO - La rete dell’1-0, quella decisiva. Come accaduto in questa Serie A contro il Chievo al Bentegodi e contro la Sampdoria allo Stadium, senza dimenticare le fondamentali marcature contro Lazio e Fiorentina al termine della scorsa stagione: Mandzukic difficilmente segna gol “inutili”. Non è un caso che su Mario si siano posati anche gli occhi di Suning, come possibile innesto da regalare all'Inter. In campionato la sua rete mancava dal 3 dicembre, contro l'Atalanta. E se la scorsa estate il suo ruolo all’interno della squadra sembrava essersi notevolmente ridotto dopo l’arrivo di Higuain, Allegri ha trovato il modo migliore per inserire di nuovo il croato al centro del progetto. Uomo a tutto campo, lui che ha “un motore diverso”, parola del tecnico. Prima a sinistra, poi dopo venti minuti da trequartista aggiunto, infine sulla corsia destra. Gli avversari fanno bene a guardarsi le spalle: Mario il grande potrebbe piombare sulla sfera da un momento all’altro. E se ricomincia pure a segnare…

@mcarapex