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Oggi facciamo un gran salto nel passato. Andiamo nei primi anni '30. Gli anni di Raimundo Orsi. Partiamo dalla fine. Protagonista del quinquennio d'oro (l'altro, prima di quello che stiamo vivendo) della Juventus, ha vinto cinque scudetti, segnando 88 gol in 194 presenze. Nato in Argentina, ma naturalizzato italiano, con gli azzurri ha vinto anche un Mondiale. Ha esordito contro il Napoli e l'ultima partita l'ha giocata contro l'Inter, partita non banali. Qui finiscono i freddi numeri, ora parliamo di cosa rese Orsi speciale, al di là di essi.

Soprannominato Il Violinista per la sua passione per lo strumento, è passato alla storia anche per i suoi gol impossibili. Uno dei più belli lo segna proprio nella finale di Roma contro la Cecoslovacchia campione del mondo, pareggiando i conti e portando la gara ai supplementari. Ma i gol direttamente da calcio d'angolo divennero il suo marchio di fabbrica. Una marcatura più unica che rara, un tipo di conclusione che non lasciava scampo ai portieri. Un'autentica magia, di uno che suonava benissimo, e giocava altrettanto bene a calcio. E che ha scritto pagine importantissime di storia bianconera. Pagine che in pochi possono raccontare per esperienza diretta, ma non verranno mai dimenticate.