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Per i tifosi della Juve e non solo è diventato un simbolo. È il simbolo di un calcio che non c'è più, di un modo di intendere lo sport che ormai non sarebbe più adatto al mondo delle televisioni e degli show. Montero era l'uomo del 'passa la gamba o la palla, entrambe no', quello che una volta sistematosi e regolarizzato la sua vita aveva calato il suo rendimento. Ma anche quello che in finale di Champions League, contro il Milan, accettò di giocare in un ruolo non suo, consapevole che avrebbe disputato la peggior partita, solo perché serviva alla squadra. Montero era il compagno che tutti avrebbero voluto accanto e l'avversario che tutti avrebbero voluto evitare. È diventato a suo modo leggendario.

Terminator, così era stato soprannomianto, nasce in Uruguay, a Montevideo, il 3 settembre 1971. Con la sua nazionale collezionerà 59 presenze e 4 reti, ma la sua carriera parla solo italiano. Lo porta nel Belpaese l'Atalanta, ma poi lui diventa simbolo della Juve, con cui, alla fine, collezionerà 267 presenze e cinque gol. È anche il calciatore ad aver subito più espulsioni nella storia della Vecchia Signora: 13. Montero in numeri rende bene l'idea della sua carriera. Ci sarebbero mille aneddoti per descriverlo ancora, mille storie. Ogni tifoso della Juve avrà il suo momento speciale a lui dedicato ben impresso nella mente. Perché non sarà stato un fuoriclasse, ma non era un giocatore come gli altri.