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Che Alessandro Altobelli abbia legato il proprio nome all’Inter è un fatto quanto mai ovvio: 11 stagioni, 466 presenze e 209 gol in nerazzurro non si scordano facilmente. Eppure, quel ragazzo agile e magro - tanto da guadagnarsi il soprannome di Spillo - ha comunque dedicato una pagina della propria carriera alla Juventus.

ALTRO CHE BONINSEGNA - E’ la stagione 1988-89 e la Juve allenata da Dino Zoff punta a rialzare la testa dopo la disastrosa stagione sotto la guida di Rino Marchesi (sesto posto in campionato, fuori ai sedicesimi di Coppa UEFA). Venduto il flop Ian Rush, il club bianconero punta sull’esperienza di Altobelli, forte di uno scudetto e due Coppe Italia conquistate con l’Inter (oltre che dal Mondiale di sei anni prima con la Nazionale italiana). Purtroppo l’attaccante di Sonnino, arrivato a formare un insolito tandem offensivo con Michael Laudrup, non riesce a ripetere il grande salto compiuto da Roberto Boninsegna nel 1976 (anche lui passato dall’Inter alla Juve e protagonista di tre grandi annate a Torino). A frenare Altobelli giunge soprattutto uno sgradevole infortunio, doppia distorsione del ginocchio e della caviglia destra, che gli impedisce di essere al 100% della forma per la maggior parte della stagione. Dopo 15 gol totali - di cui solo 4 in campionato - lo sfortunato Spillo bianconero sarà ceduto al Brescia, dove concluderà la carriera dodici mesi più tardi.