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La Juve vince sempre. È un dato di fatto. Gli schiaffoni presi in pieno volto a Marassi sono stati gli ultimi, son serviti per cambiare tutto non solo marcia. Da lì in poi 19 partite: 16 vittorie e 3 pareggi. Da lì in poi appena due volte la Juve ha subito gol, tre in tutto. Un cammino impressionante che ha riportato i bianconeri in fuga a braccetto col Napoli in un duello senza precedenti per la serie A, che ha riportato la Juve in finale di Coppa Italia per la quarta volta consecutiva, che tutto sommato la tiene ancora in corsa per la Champions. Eppure, la sensazione è che serva qualcosa di più, qualcosa di diverso. Almeno rispetto all'ultimo periodo. Gli infortuni sono condizionanti, in assoluto il timore è legato al fatto che quesa marcia impressionante degli ultimi quattro mesi possa aver portato la Juve ad arrivare a marzo sì in piena corsa su tutti i fronti (missione compiuta) ma anche con la lingua di fuori. Semplicemente, la Juve che si è vista contro Fiorentina, Toro e Atalanta non basterà a Wembley: il Tottenham non è imbattibile ma impone ritmi alti, allo Stadium ha regalato tanto ed è comunque tornato a casa in leggero vantaggio e con la convinzione che quel 2-2 sia una mezza vittoria per Pochettino e una mezza sconfitta per Allegri. La Juve che ha conquistato la finale di Coppa Italia, difficilmente basterà per i quarti di Champions.

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