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La Juventus vive in questo mercato l'ennesima rivoluzione tecnica e tattica degli ultimi anni. La ricerca di nuove opzioni in attacco, per altro di livello eccezionalmente elevato, ha regalato due dei primi quattro acquisti di questo mercato estivo, Douglas Costa e Federico Bernardeschi. Senza cessioni. Dopo il fitto e fenomenale centrocampo che ha guidato la squadra a Berlino nel 2015 e la difesa stratosferica della scorsa stagione, cambia la devozione bianconera. E, a giudicare dalla premesse, ci sarà da divertirsi. In molti temono possa essere sempre meno forte rispetto all'anno prima: la storia ci insegna, però, che a conti fatti la Juve sia sempre certamente diversa, ma mai meno competitiva di quella precedente.

EVOLUZIONE TATTICA - Dopo la sconfitta in finale di Champions League contro il Barcellona, Andrea Pirlo lascia l'Europa e Arturo Vidal parte verso il Bayern Monaco, ma la Juventus impara a sostuirli, perdendo qualcosa in mediana, ma rinforzando notevolmente altri reparti. Blindato Paul Pogba, cui viene anche incautamente affidata la numero 10, arrivano a dare man forte Sami Khedira dal Real Madrid e Mario Lemina dal Marsiglia, ma è soprattutto la difesa a salire di livello, anche se alla fine i numeri daranno ragione anche al centrocampo: in tutto sono 21 i gol prodotti dal reparto, oltre a ben 27 assist. E' la difesa, però, a iniziare con i miracoli: un reparto che conduce Gianluigi Buffon al record di imbattibilità in Serie A di 973 minuti nell'anno della clamorosa rimonta fino al quinto scudetto consecutivo. Un reparto già fortissimo e rinfrescato da Daniele Rugani e Alex Sandro, poi reso impareggiabile con gli innesti di Medhi Benatia e Dani Alves: cinque potenziali centrali titolari in qualsiasi squadra, a partire da Barzagli, Bonucci e Chiellini (la celeberrima BBC). Buffon, a livelli da Pallone d'Oro, subisce appena 32 gol in 43 uscite stagionali e si regala i 670 minuti d'imbattibilità in Champions League che riportano la Juventus in finale.

CAMBIO DI MENTALITA' - Già a stagione in corso Massiliano Allegri, però, ha mischiato le carte in tavola e ha scelto il 4-2-3-1, modulo ricco di spinta offensiva e a tratti spregiudicato, se non educato a dovere sul terreno di gioco. I bianconeri lo hanno esposto in maniera magistrale, ma sono arrivati a fine stagione senza energie a causa dei mancati ricambi di livello in rosa. L'evoluzione del reparto su cui puntare forte è passato dal centrocampo di Berlino alla super difesa fino a un attacco di fenomeni, impostato già con la staffetta Pogba-Higuain nello scorso mercato estivo. Ecco il motivo degli 86 milioni di euro complessivi spesi tra l'affare Douglas Costa con il Bayern Monaco (6 di prestito e 40 di obbligo di riscatto) e i 40 scuciti per convincere la Fiorentina a liberarsi di Federico Bernardeschi. La devozione all'attacco è completa, se si pensa che Paulo Dybala e Gonzalo Higuain sono ancora i perni offensivi e a loro si aggiungono riserve di gran lusso come Juan Cuadrado, Mario Mandzukic e Marko Pjaca. E se anche uno di loro dovesse partire, con il colombiano primo candidato, c'è Keita Balde che scalpita per vestire i colori bianconeri e fa infuriare la Lazio. E' una Juventus volta all'attacco e pronta a scardinare ogni genere di difesa, in Italia e in Europa. La rincorsa al sogno Champions League continua.