commenta
Confesso senza alcun problema che oggi mi preparavo a scrivere una “nota” la quale non avrebbe certamente fatto piacere alla dirigenza della nostra Juventus. Avrei sottolineato, infatti, l’inopportunità della trasferta in Messico per ragioni deontologiche e di immagine. Una tournèe sicuramente suggestiva, ma anche molto e troppo “truffaldina” o anche soltanto irriguardosa nel confronti del pubblico di quel Paese il quale si sarebbe trovato a dover assistere a uno spettacolo niente in linea con le promesse annunciate dal cartellone. Sarebbe stata, quella in campo a Monterrey e contro i Tigres, una “non Juventus” vista la presenza e dei giocatori impiegati da Allegri ovvero più che altro riserve se non addirittura le terze linee. Insomma, ci saremmo trovati a dover sostenere un evento “fasullo” come se, a suo tempo, i Beatles avessero annunciato un concerto e poi sul palco si fosse presentato soltanto Ringo Star.

Poi, ieri sera, fortunatamente dalla sede bianconera è arrivata la notizia della cancellazione del viaggio in Messico e a quel punto mi sono risparmiato la “ramanzina”. I motivi dell’annullamento della trasferta, per la verità, non sono stati resi ufficialmente noti. Voglio sperare che alla base di questa decisione non vi siano ragioni soltanto economiche oppure relative alla burocrazia contrattuale. Mi piace pensare, invece, che il ripensamento sia stato frutto di un pensiero costruito intorno all’onestà e alla volontà di preservare la propria dignità di grande squadra la quale non può presentarsi al pubblico (pagante) in abiti ben più che modesti e persino dimessi. Una mortificazione per i tantissimi ragazzi e bambini messicani che attendevano di poter vedere i bianconeri e anche un harakiri a livello di immagine. Andrà sicuramente in maniera differente negli Stati Uniti allorchè la squadra si sarà ricompattata quasi del tutto e potrà essere la vera Juventus, almeno a livello di organico.

Per concludere vorrei aggiungere una breve sottolineatura a margine del tema sulle trasferte pre stagionali in terre lontane. Il meccanismo delle tournèe così impegnative e faticose è ormai consolidato perché permette di incassare parecchio denaro. Però esistono ancora alcuni paletti che non dovrebbero essere ignorati. Per la Juventus si chiama Villar Perosa e più in generale Val Chisone. Una terra che, scomparsa la SKF e dileguatasi la squadra bianconera, è stata praticamente abbandonata sotto il profilo della sua potenzialità di risorse economiche. Non per nostalgia, ma perché quelli sono i luoghi della sua Famiglia, il presidente Andrea Agnelli farebbe cosa buona se trovasse il sistema di “rilanciare” in qualche modo questa zona del Piemonte juventino ormai depresso. La classica vernice di agosto, infatti, non può bastare. Anzi, lei sì che mette nostalgia e anche un poco di rabbia.