commenta

Ci sono numeri inspiegabili con la sola ragione. Prendete il rapporto tra la Juve e la Champions League, o Coppa dei campioni che dir si voglia. Ebbene, i bianconeri hanno giocato 8 finali e ne hanno vinte appena 2: il 25 per cento. Una miseria, se si considera la grandezza assoluta del club, che in Italia non ha uguali quanto a scudetti (33) e coppe nazionali (12). Il Real Madrid, l’avversario di questa notte, è di gran lunga il club che è diventato più volte campione d’Europa, addirittura 11. Eppure ha giocato meno del doppio delle finali della Juve: 14. Solo che le sconfitte sono state appena 3 e la percentuale di successi elevatissima: il 78,5 per cento, addirittura.

 

Inspiegabile, già. Così come non è comprensibile il motivo per cui una squadra che ha vinto poco più della metà degli scudetti rispetto alla Juve (18 a 33) abbia conquistato quasi il quadruplo delle Champions (7 a 2). Parliamo del Milan, ovviamente, e anche qui torna in ballo il numero di finali perse, che sono 4, e l’incidenza di successi negli atti conclusivi del torneo, pari al 64 per cento.

 

Per la Juve, insomma, più che la Champions, la maledizione è la finale di Champions. Ne ha perse un paio contro avversarie effettivamente più forti (Ajax e Barcellona) ma anche due contro rivali decisamente più scarse (Amburgo e Borussia Dortmund) e altrettante sono state condizionate da errori arbitrali (Real Madrid, soprattutto, ma anche lo stesso Barcellona). Forse la sintesi è tutta nella finale di Manchester contro il Milan: coppa ai rossoneri dopo i rigori. Un segnale.

 

Per tutto questo, la finale contro il Real sembra segnata. E invece proprio per tutto questo la Champions League può finire nelle manone di Buffon. Il quale, non a caso, ha detto che a Cardiff si può fare la storia. Di più: stanotte la storia può essere ribaltata. A volte basta una partita.

@steagresti