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Per la Juventus e per i suoi tifosi si apre una nuova settimana dal fascinoso respiro internazionale. Arriva il Porto per tentare il mettersi di traverso e annullare la marcia dei bianconeri verso la finale in programma a Cardiff. Quella parte d’Italia che non essendo juventina, ma neppure troppo sportiva nel senso nobile del termine, organizza mentalmente mantra assortiti e macumbe varie per evocare sortilegi nefasti diretti sulla testa dei giocatori di Allegri. La maggioranza di questo esercito “contro” sarebbe felice se domani sera la “sindrome” del Barcellona andasse ad inquinare l’aria dentro lo stadio di Torino consentendo agli avversari portoghesi di realizzare l’incredibile “remuntada” che è costata carissima ai francesi del Paris Saint-Germain. Per questi “disfattisti” la vedo molto dura e anzi impossibile al punto che non sento neppure il bisogno di mettere in opera esercitazioni di esorcismi anti-jella. Non per presunzione, ma per puro e sano realismo.


Nei giorni scorsi la società ha lanciato un appello al popolo bianconero invitandolo a posizionarsi come il tradizionale “dodicesimo” uomo in campo. Un invito più che altro formale visto che la piazza juventina ha sempre dimostrato di “esserci” da quando la squadra gioca nel suo stadio che è poi anche la sua “casa. In aggiunta all’invito di massa, sempre i vertici di Palazzo hanno voluto sottolineare la necessità della presenza della “Juventus migliore” sotto tutti i punti di vista. Da quello della formazionea quello dellagrinta. Anche in questo caso mi sembra che il “manifesto” anti-Porto faccia parte più di quelle cose che “si devono dire” ben sapendo che altrimenti non potrebbe essere. Sarà sicuramente, quella di domani sera, la “Juventus migliore” nel senso che sarà esattamente la “Juventus di sempre” vista e spesso ammirata nel corso di questa stagione. Non avrà gli occhi della tigre, ma lo sguardo del saggio consapevole della propria forza.


Insomma, per evitare di cadere psicologicamente nella trappola di una eventuale sindrome catalana che mi sento di escludere nella maniera più radicale, sarà sufficiente che i ragazzi di Allegri si comportino in modo assolutamente “normale” in conformità con quella differenza sostanziale che esiste tra loro e gli avversari del Porto. Una squadra, quella lusitana, certamente dignitosa e anche a suo modo tatticamente furba ma non attrezzata al punto da mettere in discussione il vantaggio acquisito dai bianconeri nella gara di andata a Porto. Eppoi, diciamolo pure senza imbarazzo, il “potere politico” del Porto è di gran lunga inferiore a quello del Barcellona sicchè non assisteremo ad una gara dal finale “sospetto” perché oscurato da rigori, concessi o negati, altrettanti sospetti.


Tutto questo non significa che la Juventus debba o possa permettersi il lusso di prenderla, come si dice, alla leggera. E anche su un’eventualità del genere mi permetto di dubitare perché da Allegri a tutti i suoi giocatori a dimostrazione che il gruppo juventino, oggi più che mai, rappresenta una macchina capace di adattarsi ad ogni tipo di “pista” e ad ogni tipo di avversario in maniera vincente ma soprattutto intelligente è cosa ampiamente verificata. In questo senso per la serata di Coppa che verrà è legittimo e anche logico attendersi un atteggiamento iniziale particolarmente “soft”, senza ansia e anche un poco cinico di stampo trapattoniano per poi vedere, nel secondo tempo, i campioni della Juventus, dar libero sfogo alle loro incontestabili capacità di fare anche spettacolo per la soddisfazione della gente convocata a spingere il prezioso carro bianconero verso la successiva tappa del cammino, verso la finalissima che ormai non è un miraggio sahariano.

@matattachia